martedì 25 marzo 2014

Odontoexperience

Una lezione i fitness tonifica, una seduta dall'estetista rilassa... un appuntamento dal dentista può rivelarsi un'esperienza mistica, capace du aprire nuove prospettive sul mondo, permettendo di osservarlo da un punto di vista "inusuale"!
Ma partiamo dal principio: l'attesa di qualsiasi visita odontoiatrica che esuli dal canonico controllo periodico (la versione umana della revisione o tagliando dell'automobile...) o dalla banalissima pulizia dei denti, è preceduta da ore (giorni?) di trepidazione, incertezza, ansia, che sfociano in vera e propria "fifa" quando si varca la soglia della sala d'attesa; con un sommesso "Buon giorno" o "Buona sera" si annuncia il proprio svogliato e timoroso ingresso agli altri pazienti, e si prende posto su una delle poltroncine che arredano un ambiente che vorrebbe essere rilassante senza riuscirci... Ci vuole ben altro che colori tenui alle pareti, posters di loci amoeni e qualche bonsai per deviare l'attenzione dal desiderio di fuga che ci sta assalendo... La pelle del divano scricchiola ad ogni tremolìo delle nostre natiche, amplificando ogni nostro spasmo di paura.... E a nulla serve ripararsi dietro le pagine patinate di qualche rivista di gossip, tentare di seguire il filo del discorso proveniente dalla radio o analizzare la fantasia dei calzini di coloro che ci stanno seduti di fronte...
Come abbacchi diretti al macello si attende in solidale silenzio gli uni accanto agli altri in attesa ciascuno del proprio destino, ma la mente già percorre i bianchi corridoi dello studio e si prefigura scenari terrificanti con tavoli metallici coperti di strumenti di tortura, suoni striduli, gemiti di sofferente impotenza...
Quando finalmente ci troviamo sulla poltrona di tortura (la versione reclinabile dell'altare sacrificale) scatta il meccanismo di difesa: consapevoli di non poter piangere, pestare i piedi, fare i "capricci" come i bambini all'asilo che urlano "Non voglio! Non voglio! Non voglio!" di fronte a un piatto di piselli bolliti... (la metafora sorge spontanea alla nostra mente perchè l'assistente alla pltrona ci ha già allacciato la bavaglia anti-sbrodolamento!) decidiamo di distogliere l'attenzione da quanto sta succedendo nel nostro cavo orale...Così, mentre la poltrona elettrica si reclina pericolosamene all'indietro, il mondo si capovolge intorno a noi e lo stomaco risale (o discende?) a fare la conoscenza delle tonsille, cerchiamo l'appiglio psicologico che ci permetta di sopravvivere alla successiva mezz'ora di forzata immobilità con le fauci spalancate come quelle di coccodrilli al sole.
Inevitabile intraprendere un'attenta analisi della superficie epidermica del dottore che ci tiene il naso quasi infilato in bocca: nessuna piccola imperfezione, punto nero o ruga d'espressione sfugge al nostro occhio indagatore. Inermi e disarmati, con le unghie affondate nell'ecopelle turchese e un rivolo freddo che ci scorre lungo la nuca, ci prendiamo una piccola rivincita realizzando di godere di un punto di vista temporaneamente privilegiato: quando mai ci capita di poter scrutare "di sotto in sù" un altro essere umano, e scoprire che ha molti più peli nel naso di noi? o che radendosi ha saltato tutta un'aiuola di barba sotto l'orecchio? Comicità confortante!
Tuttavia il lusso di rilassarci troppo ci è negato: siamo in minoranza e il nemico che ci sovrasta riafferma subito la sua superiorità; a ristabilire le gerarchie arriva l'assistente che, quando meno ce lo aspettiamo, ci caccia in bocca un mini aspirapolvere con il quale ci risucchia la lingua e quant'altro le capita a tiro! oppure ci spara inaspettato un getto super concentrato d'aria fredda che ci fa gonfiare le guance come ai criceti e fischiare le orecchie come pentole a pressione! E, nascosta dietro l'anonimato della sua mascherina azzurra, rivela con occhi ridenti un'immensa soddisfazione per questo gioco carnevalesco... Proprio lei, che ci aveva accolti con aspetto amichevole, sguardo benevolo e gesti che avevamo preteso rassicuranti!
Inutile illudersi: siamo in minoranza. 
Eppure abbiamo bisogno di essere continuamente assistiti proprio da coloro ci torturano... Ce ne accorgiamo quando disgraziatamente la signorina "tutta occhi" si allontana dalla sua postazione, disertando il suo ruolo per sbrigare qualche altra incombenza, lasciandoci ad annaspare con il braccio del dentista infilato in gola fino al gomito, finchè siamo quasi in procinto di annegare nella nostra stessa saliva. Il tutto senza poter ovviamente chiedere aiuto! La fonazione è negata, il linguaggio abolito, solo rantoli e mugugni da autralopiteco! 
Ma alla fine qualcuno ci salva, ricominciamo a respirare, sopravviviamo! Possiamo continuare a soffrire senza perdere i sensi mentre il dottore armeggia e trivella tra mascella e mandibola. E alla fine dobbiamo fare parecchia pena perchè ci viene sempre offerto il conforto di un bicchier d'acqua, anche se non ci è concesso di berla! Sgorga in un fiotto spontaneo da una simpatica fontanella, accanto al nostro orecchio sinistro... apparentemente senza bisogno di ordine alcuno. La poltrona- navicella spaziale su cui siamo imprigionati sembra godere di vita propria: una volta che ci siamo accomodati nel suo abbraccio veniamo fagocitati: capovolti, risucchiati, spolverati, risciacquati, abbacinati di luce al neon... è la quintessenza della tecnologia, capace di stravolgere il concetto di funzionalità e trasformare per sempre la nostra idea di "avere tutto a portata di mano"... Carto sarebbe comodo disporre a casa di un simile marchingegno! Attrezzandolo adeguatamente potremmo fare la polvere, metterci in piega i capelli, lucidarci le scarpe, asciugare i piatti e contemporaneamente sbattere le uova, stirare e lavarci i denti! Un notevole risparmio di tempo! Il tutto stando comodamente sdraiati!
Fantascienza a parte, nell'immediatezza del momento ci sentiamo su una macabra giostra, in una crudele trappola che ci impedisce qualunque manifesta ribellione...
Quando infine ci è concessa la grazia di serrare le fauci (incredibile quanto talvolta si possa desiderare di "chiudere il becco"!) si fa strada subdolo e sottile un pensiero ancora più inquietante di quelli tra i quali ci siamo districati fin'ora; all'inizio ci sfugge, ma diventa sempre più chiaro man mano che il sangue ricomicia a scorrere nella giusta direzione: vorremmo solo uscire dal tempio dell'igiene orale cavandocela con una aspersione benedicente di colluttorio... e invece abbiamo ancora un trauma da subire: il conto.
Per esorcizzare un'esperienza tanto sconvolgente non rimane che una cosa da fare: sfoggiarne i rusultati... e dunque SORRIDERE MOLTO!!!










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