8 dicembre
Il ponte dell'Immacolata senza ponte è stato l'occasione buona per una riflessione pigrissima sul lessico prenatalizio... e sul fatto miracoloso che una sillaba può cambiarti le feste...
Scambi una consonante qui, sposti un accento là e lo spirito natalizio si suicida impiccandosi all'albero della grammatica!
E con un po' di fantasia iconoclasta, anche la fantasia leopardata può entrare nel presepe... (tanto per svecchiare le immagini tradizionali!)
E con un po' di fantasia iconoclasta, anche la fantasia leopardata può entrare nel presepe... (tanto per svecchiare le immagini tradizionali!)
Insomma, come dico ogni anno, visto che a Natale sono tutti più buoni (lo dice anche la pubblicità Bauly...coi bambini vestiti da scimmiette ammaestrate), io mi sento in diritto di astenermi dalla melensaggine collettiva e scagliare palle avvelenate contro chiunque, invece che appenderle all'abete.
Come dicevo è di nuovo quasi Natale. Inevitabilmente.
Ricominciano campagne solidali e raccolte di beneficenza: "Adotta un pino", "Salva gli orsi polari" (sottinteso: "prima che la pubblicità della Coca Cola faccia venire a tutti il diabete per i suoi spot natalizi), "Ferma lo sfruttamento degli elfi", "Nutri una renna", e affini...
Decine di volontari abbigliati nelle fogge più buffe e umilianti (corna di plastica da alce, babbucce arricciate da gnomo, campanelli appesi qua e là)si riversano nelle piazze di tutta Italia, pronti ad aggredirel'ignaro viandante a caccia di doni e balocchi, proponendogli le più assurde opere caritatevoli a favore delle più svariate creature (animate e non) dell'ecosistema... Tanto che il 50% dei fondi raccolti dipende proprio dai cedimenti del pubblico al peso dell'imbarazzante ignoranza, che spinge a mettere mano al portafoglio (piuttosto che al vocabolario) per liberarsi dall'impasse di non sapere cosa sia uno steppenlemming, un iperodonte boreale o un'ambystoma...
Ma lo slogan sicuramente più incisivo ed efficace è sicuramente quello adottato da alcune associazioni umanitarie: "Adotta una pigotta"... epigrafe lapidaria, a metà strada tra richiesta compassionevole e imperativo categorico... Merita qualche riflessione.
Non voglio discutere la buona fede dell'iniziativa...nè beccarmi una denuncia da Unicef (che per l'occasione si avvale della sponsorizzazione della ricca e potente Foxy, che ha costruito il suo impero su miliardi di rotoli di carta igienica ...) ma, considerando che il 90% della popolazione italiana sotto i 70 anni non ha a minima idea di cosa sia una "pigotta", quale credete che sia la ragione di tanto successo? Perchè questo termine ci si imprime nella memoria per i secoli dei secoli (amen), e anche se non sappiamo se si riferisca a un cibo, una pianta da appartamento o una specie di anfibio, non possiamo più dimenticarlo?
L'efficacia della pubblicità risiede esclusivamente nel gioco di parole cui il lessema di presta, spalancando i cancelli del linguaggio a doppi sensi che contrastano con qualunque pensiero angelico, ascetico e senza malizia....
Mi dispiace ma l'omofonia quasi perfetta è innegabile, e una svista, uno scambio consonantico da nulla, può determinare conseguenze catastrofiche per quanto risibili: trasformare l'innocente "pigotta" in una "bigotta" (o peggio! se il refuso si estende a una porzione lessicale più estesa) è questione di un attimo! Ora, nella speranza di non essere fulminata dal Padreterno a mezzo di cortocircuito di lucine natalizie, nè di essere infilzata da una punta dorata da abete, svolgerei un minimo di argomentazione sull'una e sulle altre...
Delle "pigotte" ho già detto: sono creature morte, un tempo fatte di stracci, con due bottoni al posto degli occhi, mani senza dita e un'espressione da mummia piuttosto ebete... E non vi è molto altro da dire: te le tieni sul letto, a guardarti giorno e notte con ostinata indiscrezione, a impolverarsi tra i cuscini finchè non concludono la loro vita in lavatrice, suicidandosi con la centrifuga....
Passiamo alle "bigotte": ne conosciamo tutte; i nati sotto una buona stella ne hanno solo una (sola, unica e insostituibile!) in famiglia... i meno fortunati arrivano a doverne gestire due o tre, alla cena della Vigilia o durante il pranzo del venticinque, tra sorrisi avvelenati e ulcera galoppante nel silenzio delle maledizioni non dette tra un voulevant ai funghi e una capasanta gratinata...(-"che le vada di traverso!"-)....
Molto più interessante, a questo punto, immaginare le feste trascorse in compagnia di qualche procace signorina... Sarebbe sicuramente un cenone stravagante e un'occasione per imparare qualcosa: invece che scambiarsi consigli per la preparazione dei tortellini o la cottura del cappone si potrebbero ampliare i propri "orizzonti" con qualche dritta sul kamasutra... che fino ai 70 (80?) anni può far sempre comodo! ma soprattutto si potrebbe donare un po' di calore a creature spesso considerate "bambole", ma che non hanno un'anima di stracci, e sicuramente meritano (più di una renna o un panda) un po' di affetto "domestico".
Invece che "comprarsi" un "miracolo" (le indulgenze non vanno più di moda da qualche secolo!,,, anche se non mi stupirei di troverne in offerta su e-bay!!!) o di compiere atti caritatevoli "per corrispondenza", per onorare il Natale non basterebbe essere un po' meno conformisti, un po' meno falsamente compiti, meno "formali"... più umani?
Invece che "comprarsi" un "miracolo" (le indulgenze non vanno più di moda da qualche secolo!,,, anche se non mi stupirei di troverne in offerta su e-bay!!!) o di compiere atti caritatevoli "per corrispondenza", per onorare il Natale non basterebbe essere un po' meno conformisti, un po' meno falsamente compiti, meno "formali"... più umani?