lunedì 31 dicembre 2012

Bilancio di fine anno


31 dicembre.
Di nuovo.
Siamo agli sgoccioli, all'epilogo, ai titoli di coda, al congedo da un altro anno. Ci stiamo ancora disdricando tra lucette natalizie e palline e già dobbiamo fare i conti con l'inesorabilità del capodanno. 
Disney Classici - Paperino alle prese con addobbi nataliziAbbiamo solo poche ore per tirare le somme, prima che il nuovo anno ci caschi sul collo come una tegola e gli effetti del 2012 ci tornino in mezzo agli occhi come un boomerang... 


E allora visualizziamo la nostra bilancia metaforica e facciamo due conti: da una parte i "più", dall'altra i "meno", smiles sorrienti da un lato, faccine tristi dall'altro... 
Dalle festività natalizie si esce sempre un po' ammaccati, quindi essere "scientifici" risulta piuttosto difficile... avremmo bisogno di prendere le distanze, allontanarci dai panettoni, disintossicarci dall'eccesso di spirito natalizio e dall'overdose di farcitura per voulevant... Vorremmo leccarci le ferite fino a che l'epifania non ci riprecipiti nella realtà quotidiana, fuori dalla "palla di neve" delle vacanze... e invece no. C'E' ("E'" maiuscolo a sottolineare la "necessità ontologica" dell'evento... vedi Parmenide... subito dopo i Pitagorici in tutti i volumi di Filosofia per licei) il fineanno-capodanno...
Che si tratti di due feste o una credo nessuno l'abbia mai capito veramente... Così come lo scopo ne rimane incerto: si ringrazia lo Spirito Santo di aver posto fine all'anno trascorso lasciandoci sopravvivere? Si rende grazie per una fase conclusasi positivamente? O piuttosto si cerca di propiziarsi il fato, cercando di indirizzarlo verso un futuro positivo? Insomma: si festeggia la fine o l'inizio?
Bandiera a scacchi che simboleggiano il traguardo, mouse trappola per la cattura di piccoli roditori Archivio Fotografico - 3953826

Ma chi ha tempo di chiederselo? E' da Santo Stefano che siamo impegnati nella caccia al cotechino perfetto... le vetrine dei salumieri abbondano di questi cicciotti sacchetti rosa impiccati... ma non ci si può mica affidare alla cieca al primo insaccato in cui sbattiamo il naso! Solo i più previdenti l'hanno prenotatao fin da ferragosto al droghiere di fiducia... e quindi possono serenamente tracciare una spunta alla prima voce dell'elenco "Fare per capodanno:". In alternativa (se non siete di quelli che svengono solo vedendo una puntata di Grey's Anatomy e non vi fa impressione presentare un arto suino mozzato sulla tavola imbandita del cenone) potete ripiegare sullo zampone... ("Tanto va il maiale al capodanno...che ci lascia lo zampetto"... non fa rima ma rende l'idea)... sfogliando il mio ricettario ho scoperto che ne esistono mille preparazioni: oltre che con i soliti purè di patate e/o lenticchie, fagioli, purè di finocchi, allo zabaione, con contorno agrodolce, gli aspiranti suicidi osano anche impanarlo e friggerlo! Mille modi per far schizzare alle stelle trigliceridi e colesterolo... E allora sì che si sentono i botti! Insomma... ognuno si fa del male come vuole.

Dopo la spunta "cotechino/zampone acquistato" si passi alla "Missione lenticchie"; da quando qualche vecchia pettegola senza un H da fare ha stabilito che quelle in scatola sono un'eresia, bisogna armarsi di sacrosanta pazienza e organizzare un tour-safari tra gli scaffali del reparto legumi di un ben fornito supermarket: vi si spalancheranno le porte di un mondo sconosciuto: quello delle leguminose! popolato da ottocentomiliardi di tipi di lenticchie (lenticchia rossa, lenticchia verde, lenticchia di Castelluccio di Norcia, di Ustica, di Vitalba, dell'Armuna, ecc. ), diverse per colore, forma, dimensione oltre che (tanto per confondere un po' più le acque) per confezione: per cui anche quelle uguali sono "vestite" di fogge diverse per trarre in inganno il povero pellegrino delle corsie degli alimentari... Alla scelta segue l'ammollo di una notte in abbondante acqua... e occhio a seguire bene le indicazioni: il recipiente deve essere davvero "capiente"... rischio strabordamento paragonabile alle inondazioni del Nilo con conseguente tentativo di fuga delle lenticchie (potrei scriverci un racconto: "La fuga della lenticchia"!)... il risciacquo e la cottura interminabile in pentola borbottante o (volendo proprio trasgredire alla tradizione) in pentola a pressione (ma in questo caso dovete proprio affidarvi al santo protettore dei fornelli, perchè la durata della cottura sfida la legge della relatività e il passaggio da crudo a pappetta col fondo carbonizzato è questione di decimi di secondo!).
Nel frattempo potete comodamente dedicarvi al dilemma: che cappero mi metto? Vostro marito, comodamente sprofondato nella sua tuta da ginnastica (o quasi) vi troverà immerse nel guardaroba fino alla vita, in procinto di annegare tra le paiettes di qualche abito da sera mai messo o di soffocare tra le piume di struzzo... E dopo una lunga vestizione paragonabile a quella degli eroi epici dell'Iliade (nel frattempo le lenticchie si sono "sicuramente" ridotte a purè bruciacchiato!) vi verrà in mente (accompagnata da qualche esclamazione interiore poco raffinata): la biancheria rossa!!!!!!!!!!! E via che si ricomincia tutto da capo!
Certo che noi specie evoluta non abbiamo proprio un tubo da fare!!!O forse ci sentiamo così flagellati dalla Natura ostile che crediamo di doverci affidare a ogni stratagemma per migliorare le nostre sorti... E allora ci rimpinziamo di lenticchie sperando di vincere la lotteria anche senza giocare e ci imbraghiamo di pizzi rossi nella speranza di allargarci il fondoschiena (in senso figurato ovviamente... anche se con tutti questi cotechini e zamponi il rischio è molto più concreto!).
Oroscopi e immaginiTanto domattina (ammettendo che si possa ancora chiamare "mattina" il risveglio delle 14.00...) ci penserà qualche oroscopo del "Capodanno" a sbatterci giù dal letto e dalle nostre illusioni strepitando contro le "quadrature astrologiche negative che costringeranno il nosto karma a lottare contro la corrente astrale come un salmone... Ma tranquilli: solo fino al mese di giugno! Poi tutto liscio come un'autostrada a quattro corsie in discesa!".


In tutto questo indaffararsi tra pentole e lingerie non abbiamo avuto il tempo di "soppesare" l'anno trascorso... Rimandiamo? Rimandiamo. All'anno prossimo.

Buona fine e buonissimo inizio!




mercoledì 26 dicembre 2012

"La donna del monte ha detto no"

 

E' inverno, ha nevicato, anche il Natale è passato...non ci sono più ragioni per starsene tappati in casa, di fronte a un piatto fumante di spezzatino di cervo con polenta... Ma proprio quando si raggiunge quello stato di letargia che ci indurrebbe a non più muovere un alluce da sotto il plaid (che ormai è diventato una protesi del divano) e a ringraziare quotidianamento il Signore per il fatto di non possedere un cane da dover accompagnare sottocasa alle 6.30 del mattino per fargli/ci congelare il posteriore...Track!!!!!!!!!!Arriva la tragica presa di coscienza: 
"Bisogna" andare a sciare!

"Allo skilift c'era la coda [...] e, a ogni passo avanti che la coda faceva -una lunga coda che invece d'andar dritta, come pure avrebbe potuto, seguiva una casuale linea a zig-zag, un po' in salita un po' in discesa- pesticciando in su oppure scivolando giù di fianco a seconda del punto in cui si trovavano, e subito puntellandosi ai bastoncini, spesso andando a gravare del proprio peso i vicini di sotto, o cercando di liberare racchette di bastoncini da sotto a sci dei vicini di sopra, inciampando negli sci andati a mettersi per storto, chinandosi ad aggiustare gli attacchi e arrestando così tutta la fila, togliendosi le giacche a vento o i maglioni o rimettendoseli a seconda se il sole appariva o spariva, ricacciando le filze di capelli sotto il copriorecchi di lana o gli sbuffi della camicie a scacchi dentro le cinture, cercando i fazzoletti nelle tasche e soffiandosi i nasi rossi e gelati, e per tutte queste operazioni togliendosi e rimettendosi i guantoni che talvolta cadevano nella neve e bisognava con la punta dei bastoncini ripescarli: quest'agitazione di piccoli gesti scomposti percorreva la fila e diventava frenetica al suo culmine, là dove bisognava aprire le cerniere-lampo di tutte le tasche per cercare dove s'erano cacciati i soldi per il biglietto oppure il tesserino e porgerlo all'uomo dello skilift che ci faceva i buchi, e poi rimettersi la roba nelle tasche, e i guantoni, e unire i due bastoncini unocon la punta infilata nella racchetta dell'altro per tenerli con una mano sola, tutto questo superando la piccola salita della piazzola dove bisognava essere pronti a mettersi a posto l'àncora dello skilift sotto il sedere e a lasciarsi trascinare su di strappo."
("L'avventura di uno sciatore", in "Gli amori difficili")
Così Calvino descrive l'esperienza sciistica. Un incubo. 
Freddo e conseguenti disagi di ogni tipo: abbigliamento da omino Michelin che implica l'impossibilità pressochè totale di fare pipì per l'intero arco della giornata, caschetto antiestetico al 200%, rischio costante di finire spiattellata contro un pino o di rompersi l'osso del collo venendo investiti da quelche sconsiderato gnomo sfrecciante sui ghiacci, dotato di microsci da parte di genitori speranzosi di liberarsene prima del raggiungimento dell'età della ragione e del senso del pericolo...
Aggiungerei: alla modica cifra di 38 € al giorno!!!
Alternativa: ciaspole e pelli di foca per lunghissime faticosissime passeggiate alla volta di stupendi panorami, che una volta raggiunti (a patto di arrivarci), in stato di totale sconvolgimento, non si avrebbe la forza di ammirare... 
A parte il fatto che l'idea di mettermi addosso qualcosa che evochi anche lontanamente la foca (animale simpaticissimo da piccolo, ma che da adulto ricorda piuttosto un sacco unto e pesante, munito di pinne e troppo largo per il suo contenuto...) mi fa ribrezzo, non capisco perchè mio marito scalpiti tanto all'idea di trasportarmi qua e là in alpeggio come una capra o una mucca da transumanza! Non sono Heidi e lo "stracchino" (che si produce notoriamente con il latte delle mucche "stracche") lo posso comodamente acquistare nel supermarket sotto casa, senza doverlo produrre io stessa! Mah! ci sono cose che non capirò mai...!


 E pace sulle piste agli uomini (e alle donne) di buona volontà!



risotto con gorgonzola e miele

Un'idea ghiotta (suscitata dal sopraggiungere dei buoni propositi di astinenza da cibo del dopo-Natale)... magari non per questi giorni di dieta ma per le libagioni dell'ultimo dell'anno...!

 

Ingredienti per 4 persone:
  • 350 g di riso
  • 1 cipolla
  • 1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
  • 100 g di gorgonzola dolce
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 4 cucchiaini di miele millefiori
  • pepe bianco macinato al momento
Sbucciate e affettate sottilmente la cipolla e fatela soffriggere a fuoco basso in un'ampia padella con un cucchiaio d'olio. Quindi tenetela da parte e, nella stessa pentola, fate tostare il riso per qualche minuto; asfumatelo col vino bianco e lasciate evaporare, versate un mestolo di brodo e la cipolla già soffritta e proseguite la cottura aggiungendo un mestolo di brodo alla volta e mescolando spesso.
Qualche minuto prima della fine della cottura aggiungete il gorgonzola a tocchetti e fatelo fondere in modo da ottenere una crema. Servite nei piatti individuali, cospargendo ogni portata con un poco di pepe bianco appena macinato e un filo di miele, la cui dolcezza creerà un piacevole contrasto con la "piccantezza" del gorgonzola.



domenica 23 dicembre 2012

praline natalizie


 

Ogni anno, in questo magico periodo, nella mia cucina si compiono dolci incantesimi, si schiudono inebrianti sorprese... tutto si tinge (letteralmente!) di dolce e di oro...  Palline di zucchero argentate rotolano qui e là, gusci di frutta secca schizzano ovunque mentre io (in piena sintonia con lo spirito natalizio) prendo a martellate qualche noce che non vuole aprirsi... Mio marito ha la barba luccicante di glitter mentre io applico decorazioni natalizie anche ai tappi delle bottiglie di acqua minerale... Ci sono pagliuzze d'oro e argento appiccicate ovunque... necessari occhiali da sole per non restare abbagliati! Spero solo di non confondere i re magi... non poerchè non sarei lieta di riceverli la notte di Natale... ma solo perchè avrei difficoltà a sistemare i cammelli in salotto!!!
 


Praline alle noci con perle di zucchero:
  • 150 g di gherigli di noce
  • 50 g di zucchero a velo
  • 2 bicchierini di rum
  • 200 g di cioccolato fondente (50-60% di cacao)
  • perle di zucchero dorate o argentate 
Mettete nel mixer i gherigli di noce (dopo aver controllato bene che non vi siano rimasti in mezzo pezzetti di guscio...perchè lo spirito natalizio è appeso a un filo e rompersi un dente può farlo crollare in un attimo!), unite lo zucchero a velo e cominciate a frullare il tuttto, aggiungendo un poco alla volta il rum. Quando avrete ottenuto una pasta piuttosto densa, usate le mani per create tante palline compatte, disponetele ben distanziate su un'ampia teglia foderata di carta d'alluminio e mettetele a riposare in frigorifero per un paio d'ore.
Fondete il cioccolato a bagnomaria e, una alla volta, immergetevi le praline, facendole rotolare con l'aiuto di un cucchiaino in modo che si ricoprano completamente di cioccolato. Rimettetele sulla teglia disponendo sopra ciascuna una o più perle alimentari e  facendo attenzione che non si tocchino e non rimangano così incollate quando il cioccolato si sarà solidificato.
Lasciate raffreddare e procedete al confezionamento, avvolgendo ogni cioccolatino in un foglietto di carta d'alluminio, ed eventualmente in della carta crespa colorata (se ne avete il tempo e la pazianza... o uno stuolo di elfi al vostro servizio!)
 

 Praline alla frutta secca e grappa... "con il guscio":
  • 75 g di mandorle 
  • 75 g di nocciole 
  • 50 g di zucchero a velo 
  • 2 bicchierini di grappa
  • 3/4 cucchiai di scaglie di mandorla
Il procedimento è identico a quello illustrato per le praline alla noce, solo che si utilizzano ingredienti diversi e che le praline vengono decorate con scaglie di mandorla anzichè con perle di zucchero.


Praline ai fichi "ubriachi":
  • 400 g di fichi secchi
  • 1 bicchierie di rum
  • 200 g di cioccolato fondente (50-60% di cacao) 
Prendete i fichi, eliminatene il torsolo e la parte inferiore, tagliuzzateli in modo da ridurli a cubetti e metteteli a "ubriacarsi" nel rum per un'ora. Quindi strizzateli bene e formate con le mani tante palline delle stesse dimensioni, disponendole su una teglia foderata di carta argentata.
Riponete tutto in frigorifero per un paio d'ore; quindi ricoprite con il cioccolato nero fuso a bagnomaria procedendo nel modo consueto.


"Abbracci del deserto" 
(praline con datteri alla vodka, che avvolgono una mandorla intera):
  • 250 g di datteri interi
  • 50 g di mandorle
  • 1 bicchiere di vodka secca 
Denocciolate i datteri, tagliuzzateli a cubetti piccoli e lasciateli macerare nella vodka per un'ora. Quindi strizzateli e utilizzate un poco di polpa alla volta per ricoprire una mandorla intera, conferendo a ogni dolcetto la forma orifginaria del dattero (e della mandorla).
Lasciate i pasticcini a raffreddare in frigorifero e poi ricopriteli di cioccolato nel modo usuale.


Praline al cioccolato bianco, con ciliegia al maraschino e polvere di cocco:
  • 100 g ciliegie candite
  • 150 g cioccolato bianco 
  • 3/4 cucchiai di polvere di cocco
  • 3/4 cucchiai di granella di nocciole
  • mezzo bicchiere di maraschino
Mettete le ciliegie a "spiritarsi" nel maraschino per qualche ora, poi fatele rotolare nella granella di nocciole, premendo leggermente per farla aderire.
Fodete il cioccolato bianco. Dal momento che le tavolette che si trovano abitualmente in commercio contengono burro di cacao o panna, ho scoperto che è più facile fondere il cioccolato bianco nel microonde, al massimo della potenza per pochissimi secondi; in questo modo si ottiene una pasta facilmente lavorabile con le mani (oltre che ustionante! quindi attention please!). Utilizzate la pasta di cioccolato bianco per ricoprire le ciliegie e subito fate rotolare le praline nella polvere di cocco premendola con le dita sulla superficie.
Lasciate raffreddare in frigorifero e confezionate.


Praline con ripieno di biscotto e caffè:
  • una confezione di biscotti secchi (circa 25 biscotti) 
  • una tazzina di caffè espresso 
  • 200 g di cioccolato fondente o al latte
  • chicchi di caffè per decorazioni di pasticceria
Frullate i biscotti nel mixer aggiungendo il caffè ed eventualmente un poco d'acqua... così sarà come aver utilizzato un caffè lungo! Attenzione a non esagerare con la componente liquida, perchè dovete ottenere una pasta, non una crema (peraltro buonissima come dolce al cucchiaio, magari con l'aggiunta di un poco di liquore... da provare!).
Con le mani formate tante palline compatte e lasciatele solidificare in frigorifero. Quindi ricopritele di cioccolato e decoratele con chicchi di caffè interi.

    

 


mercoledì 19 dicembre 2012

Preparativi natalizi

(Eventi narrati e personaggi citati sono frutto del puro "spirito natalizio" dell'autrice; ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti o esistenti è da ritenersi del tutto casuale...ma inevitabile!)

Quando ero piccola il Natale era per me (come lo era per tutti gli altri bambini) solo pacchetti, nastri, lucine, attesa e meraviglia... Dopo aver scritto la classica epistola con invariabile incipit "Caro Babbo Natale" ed effusione nella celebrazione delle proprie doti di Heidi, non restava che confidare nell'efficienza delle Poste Italiane affinchè la missiva arrivasse fino al Polo Nord, Nuuk (capitale della Groenlandia), Korvatunturi (Finlandia) o ovunque altro si trovasse la dimora del vecchietto più famoso del mondo!

Era bello assistere alla preparazione della cena della Vigilia o del pranzo del 25... alle litigate telefoniche "A casa tua!"- "A casa mia!" (il gioco della patata bollente tra donne adulte desiderone di sfoderare le proprie doti di comari modello o, al contrario, di scaricare il fardello sulle spalle di qualche collega!). Poi per una settimana la cucina era tutta un brusio... un tintinnare di piatti, un mescersi di profumi... Piramidi di tartine accatastate qui e là, salsine misteriose sparse un po' su tutte le superfici, gelatine tremolanti, scampi vivi che cercavano una via di fuga dal lavello... Finiva sempre per volare qualche imprecazione da scottatura... e qualche mestolo! Magari in testa al gatto che cercava di addentare qualche gamberetto di straforo...
Nel frattempo io  riuscivo sempre a rubare un po' della base per le tartine... una cremina morbida e rosea, che ancora oggi (nonostante possa vantare una discreta esperienza culinaria), giuro di non aver ancora capito cosa contenesse!!!

Oggi il mio Natale si preannuncia sempre con la ricerca dell'"albero perduto"... Ogni gennaio mi convinco di aver trovato un nuovo ripostiglio, più logico-comodo-"ovvio" per il mio abete sintetico di 120 cm... (sembra poco ma in proporzione al mio salotto svetta come la cima dell'Himalaya)...confidando nel fatto che "Tanto me lo ricordo"... e immancabilmente il dicembre successivo sono costretta a constatare di non sapere più dove l'ho nascosto... Così riparte la caccia! E quando la furbizia raggiunge livelli da premio Nobel, nascondo in posti diversi palline, luci e altre decorazioni... Così addobbare la casa diventa un'operazione che rischia di durare fino a Pasqua!
Quest'anno l'alberello era stato esiliato in cantina... in mezzo alla polpa di pomodoro preparata da mia suocera negli anni Venti e a tanti altri oggetti di assoluta inutilità mandati al confino nella speranza che si biodegradassero magicamente!... Ci ha messo una settimana a rintracciarlo, in compagnia di palline piene d'acqua a causa di qualche infiltrazione piovana! Quindi alle tradizionali operazioni natalizie si è aggiunta anche la necessità di shakerare palline e phonare stelle filanti...
Per fortuna non sono rimasta fulminata attaccando la spina delle lucine!

I regali: croce e delizia di questo fatato periodo dell'anno. "Utili", "sentiti", "dovuti", "pensati", "mirati", "azzeccati"... "riciclati"... Non raccontiamoci la frottola che "Basta il pensiero!"... Ce li aspettiamo... e dunque ci sentiamo in dovere di "ricambiare" a priori... e in tutto questo gioco di aspettative ci siamo autocondannati a un supplizio di scambievoli cortesie di cui forse lo scopo ci sfugge. C'è chi punta al colpo di scena, all'oggetto importante, costoso, "sberluccicante"... chi gioca sulle dimensioni (scatoloni enormi con fiocchi gicanteschi e contenuto discutibile!), sull'ingombro, sulla platealità... Altri preferiscono qualcosa di piccolo ma particolare, nascondibile o dimenticabile... (i pregi delle schifezze di piccole dimensioni è che si possono far sparire facilmente!)... in epoca di crisi sembra piuttosto legittimo puntare sulle confezioni... poca sostanza ma presentata con grazia!
Se con gli adulti ce la si può cavare con la tradizionale candela porta-fortuna, con la tisana aromatica che favorisce la depurazione dell'organismo dopo le gozzoviglie delle feste, con un paio di babbucce a forma di renna... Cosa si regala oggi ai bambini? O meglio: che cosa si regala ai bambini di oggi???
Quei pargoli che invece della classica "letterina" a Babbo Natale preferiscono servirsi di una molto più rapida e comoda mail... magari con richiesta conferma di avvenuta lettura.. così, tanto per stare tranquilli! Una versione contemporanea e tecnologica della vecchia "raccomandata con ricevuta di ritorno", per intenderci... Beata innocenza!
Orsetto, bambola, matite colorate, trenino elettrico??? Oggetti ormai sconosciuti, ostracizzati dall'infanzia dopo i primi due anni di vita... D'altronde se cominciamo ad abituarli fin dalla nascita con biberon a tripla tettarella, pannolini in gore tex, succhiotti con Swarovsky... poi non possiamo pretendere di cavarcela con un paio di paraorecchie pelosi e un bacio in fronte portato da "Gesù Bambino"! E dunque bisogna spremersi le meningi... innanzi tutto per decifrare acronimi, sigle, abbreviazioni, gruppi consonantici dal significato criptico   di cui abbonda il lessico "giovanile" (tvb, cmq, trpp, cvd, sss, kkk... ???). Poi bisogna districarsi dalla selva tecnologica di Dvd, Mp3, Ipad, Ipod, tablet, game boy, play station, ecc... che impone di svolgere sulla letterina dei desideri un lavoro filologico paragonabile a quello compiuto per la Stele di Rosetta!
Rimpiangiamo i tempi del Monopoli e del Gioco dell'Oca... ma ancora non ci rassegnamo alla tristezza di una busta sottile sottile consegnata quasi di nascosto accompagnata dall'eloquente "Così ti compri quello che vuoi"... Troppa paura della reazione delusa? I bambini ne sanno molto più di noi in tema di inflazione...

Vogliamo poi parlare del dibattito per la scelta delle portate per pranzo/cena di Natale/Vigilia? I comizi iniziano a metà ottobre: da una parte la suocera sfodera un metaforico branzino al sale e lo agita in aria con fare minaccioso sostenendo una cena a base di pesce... Dall'altra parte la nuora

risponde cullando un cappone con un braccio e brandendo nell'altra mano un mattarello difendendo il suo pranzo a base di tortellini e pennuto ripieno! Le votazioni si aprono a fine novembre... I parenti sono chiamati ad esprimersi tramite plebiscito; la segretezza del voto non è garantita... e una decisione sbagliata può provocare conseguenzesulla pace famigliare destinate a protrarsi  per tutto l'anno a venire!
Di solito la faccenda si risolve con un menù assolutamente sbilanciato (primo di pesce, secondo di carne o viceversa, e antipasto misto) o faraonico (due portate di tutto, rispettivamente nella versione carne e pesce, più dieci mila contorni perchè ciascuna delle contendenti cercherà di battere l'avversaria a colpi di garniture inaspettate!)... Cui seguono sei mesi di dieta rigida... possibilmente liquida!

Però Natale è sempre Natale! Qualche pacchetto verrà sbilenco, qualcosa si brucerà, qualche regalo ricevuto si rivelerà una schifezza tremenda... Le calze si smaglieranno 20 secondi prima dell'arrivo degli ospiti, un bigodino ci resterà incastrato tra i capelli e saremo costrette a tenercelo sulla nuca, nascosto sotto i capelli per tutta la sera... Alle 23 saremo talmente stracotte da desiderare di infilarci un invernalissimo pigiama a points, pensando "Chissenefregadellamezzanotte"... Ma è Natale, capita una volta all'anno... Godiamocelo in tutti questi aspetti perchè basta un battito di ciglia, uno "scartoccìo" (neologismo mio) di pacchetti, due fiocchi di neve... e sarà di nuovo Ferragosto!





E poi quale altra occasione abbiamo di indossare quei maglioni orribili, pacchianissimi, rigorosamente fatti a mano (da qualche nonna che affettuosamente ci odia)... con renne, fiocchetti e pon pon che ci fanno assomigliare a simpatiche slitte tintinnanti??!??!?!









e allora..... Buonissimo Natale!!!!!!

sabato 15 dicembre 2012

spaghetti integrali con ragù di calamaretti, melazana e songino

 

Ingredienti per 4 persone:
  • 350 g di spaghetti integrali
  • 1 melanzana di media grandezza
  • 400 g di calamaretti
  • 100 g di songino 
  • un bicchiere di vino bianco
  • 4 spicchi d'aglio
  • due cucchiai d'olio extravergine d'oliva
  • pepe nero (o bianco) macinato al momento
Lavate la melanzana, asciugatela e tagliatela a cubetti; distribuitela sulla piastra del forno foderata di carta oleata e fatela grigliare in forno in modalità grill finchè risulterà dorata (è un ottimo modo per cuocere la melanzana in modo da lasciarla morbida e leggera!), quindi sfornatela e tenetela da parte.
Sbucciate e schiacciate l'aglio e fatelo dorare in una padella con l'olio, a fuoco bassissimo. Nel frattempo pulite i calamaretti, privateli delle interiora e degli occhi, sciacquateli in acqua fredda, asciugateli e tagliateli ad anelli. Eliminate l'aglio dalla padella e fate rosolare i calamaretti; sfumate con il vino bianco e lasciate evaporare. A questo punto aggiungete i cubetti di melanzana e il songino lavato e asciugato, tenendone da parte qualche fogliolina per decorare i piatti. Lasciate insaporire il tutto a fuoco vivo per qualche minuto. Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli al dente e trasferiteli nella padella con il sughetto preparato, fateli saltare per un paio di minuti aggiungendo un poco dell'acqua di cottura e cospargendo con una spolverata di pepe nero (o bianco) appena macinato. 

Servite nei piatti individuali decorando ogni porzione con le foglioline di songino tenute da parte.



mercoledì 12 dicembre 2012

orzotto giallo con patate e cozze

Ingredienti per 4 persone:
  • 350 g di orzo perlato
  • 500 g di cozze
  • 1 patata (200 g)
  • 2 spicchi d'aglio
  • 3 cucchiai d'olio extravergine
  • un bicchiere di vino bianco
  • 1 bustina di zafferano
  • 1 litro di brodo vegetale
  • prezzemolo fresco
  • 4 di parmigiano grattugiato
  • paprika (dolce o piccante)

Pulite le cozze, sciacquandole più volte in acqua fredda, pulendo il guscio dalle incrostazioni ed eliminando la barba; fatele aprire sul fuoco vivo, in una padella con un poco d'acqua e coperta, quindi tenetele da parte lasciandole raffreddare, poi sgusciatele. 
Sbucciate la patata, tagliatela a cubetti e fatela bollire, scolatela e tenetela da parte. Preparate il brodo.
Nel frattempo schiacciate l'aglio e fatelo imbiondire in una padella con un cucchiaio d'olio; eliminate gli spicchi e fate rosolare i molluschi delle cozze  e la patata a cubetti. Tenete il tutto da parte e, nella stessa padella, versate l'olio rimasto e mettetevi a rosolare l'orzo perlato, poi sfumate col vino bianco e lasciatelo evaporare; aggiungete il brodo un mestolo alla volta e proseguite la cottura per circa 40 minuti. A metà cottura aggiungete lo zafferano e il preparato di cozze e patate. 
Quando l'orzo sarà pronto spegnete il fuoco, mantecate col parmigiano e cospargete con il prezzemolo fresco tritato e una spolverata di paprika (o con qualche goccia di tabasco per un sapore più audace!). 
Distribuite l'orzotto nei piatti individuali e servite, o in alternativa versatelo in una pirofila da forno, cospargete con un altro poco di parmigiano, un po' di pangrattato e qualche fiocchetto di burro e fatelo gratinare in forno già caldo per 10 minuti, finchè non si sarà formata una deliziosa crosticina dorata sulla superficie!



lunedì 10 dicembre 2012

Apologia della parolaccia



"Le parolacce non si dicono." Ce lo hanno insegnato, detto, ripetuto, imposto subito, insieme al monito di non mettere le dita nella presa della corrente o di non toccare i fornelli... Un secolo fa.
Eppure le parolacce ci vogliono; se esistono, se il (buon?)senso comune le ha inventate è per la loro imprescindibile utilità espressiva.
Servono. Soprattutto quelle di tre o quattro sillabe... meglio cinque, se esistono. Altrimenti si potranno inventare, con astrusi neologismi, calchi, componimenti, neoformazioni con prefissi, suffissi, confissi, e quanti altri strumenti la nostra benedetta, malleabile lingua ci ha messo a disposizione. Tutta questione di allenamento... e raggiungere quota dodecasillabo diventa uno scherzo!
Non occorre pronunciarle. Lo abbiamo capito a nostre spese fin da piccoli, fin da quando per fare ammenda siamo stati spediti in bagno ad arrampicarci sul lavandino per strofinarci la lingua con la saponetta. Pedagogia grezza... Ma esperienza indimenticabile!




Però si possono pensare! E siccome non viviamo in un fumetto possiamo scatenarci! Senza nemmeno sentirci troppo colpevoli...


Tutto sta nella discrezione, nell'impermeabilità. Questione di mimica. Niente smorfie, nessun borbottio, nessuna gesticolazione che possa tradirci; non ticchettare con le unghie sulla prima superficie rigida a portata di dito, non battere la punta (o il tacco) di una scarpa sul pavimento, non arricciarsi con foga una ciocca di capelli lino quasi a strapparsela... Insomma, non accendersi sulla fronte un'insegna luminosa di cafonaggini! Solo tanti bip bip bip interiori, che ci risuonano nella zucca, mentre manteniamo una compita eleganza e un'apparenza di decorosa impassibilà e a ciò che sta facendoci rivoltare le viscere!
Riuscite a immaginare Lucia Mondella o la Isabel di Henry James (magari sulla signorina Stackpole potremmo pensarci un attimo!) che si abbandonano a qualche imprecazione da camioniste? No? Altri tempi? Dite che già Emma Bovary o Dona Flor avrebbero potuto concedersi qualche sproposito lessicale senza cadere nell'anacronismo linguistico?
Forse... ma non solo.
Innanzi tutto bisogna fare le opportune distinzioni: ci sono parolacce e parolacce; parolacce semi-innocenti, eccentriche e frizzanti; inattese come una cascata di accenti colorati che si riversa dall'insospettabile pochette di un'elegante signora, come l'esplosione del tappo di una bottiglia di Champagne: indiscreto ma.... "lecito". E ci sono invece parolaccione indicibili-impensabili-inammissibili, che si smarriscono nella durezza dei loro stessi suoni perdendo significato, declassandosi a pura volgarità. 

Bisogna poi procedere con le opportune distinzioni contestuali.
Una ballerina vestita da popcorn, coi i capelli tanto tirati da non riuscire a chiudere gli occhi, i piedi sanguinanti costretti in microscopiche scarpine con la punta di gesso, che scivoli a caschi con la grazia di un comodino non può non abbandonarsi a qualche espressione colorita... magari mascherata di tulle rosa... ma sempre di parolaccia si tratta!
Qualcuno ha giustamente affermato che "Solo la famiglia della Mulino Bianco si alza senza giramenti di scatole" (ecco la censura inconscia che si fa sentire in me...perchè le parole testuali non erano queste e quindi sto corrompendo una citazione!)... Perciò alle 6.30 del mattino quanche BIP è giustificabile...
Lo stesso non vale però a scuola, in chiesa, a museo, a teatro, durante un matrimonio o la sera della Vigilia di Natale...quando siamo (dovremmo essere) tutti smielatamente "buoni" (rincuoratevi, perchè tutti hanno una cognata-sorella- nuora- suocera antipatica cui fare gli auguri a denti stretti!)... in questo caso i bip devono essere in minuscolo, corpo ridotto e rigorosamente scritti solo nella nostra testa con inchiostro simpatico (ovvero invisibile)!

Per chi intende restare tenacemente aggrappato al proprio spirito da Pollyanna ci sono stratagemmi e cure "omeopatiche" che consentono di esorcizzare la fisiologica necessità di esprimere il proprio disappunto sprigionando fiamme dalle narici... Io per esempio sto sperimentando la tecnica dell'interior design... o dell'interior distruction: "ristrutturazioni estreme"... credo sia anche il titolo di una trasmissione della Fox... Volete mettere come aiuta a scaricare la tensione prendere a picconate una parete dopo una lunga giornata??? Decisamente non sono un tipo da yoga... però ogni tanto salvare le apparenze da "fatina buona" è necessario...
Si dice che "il mondo è una giungla"... ma chi l'ha detto che non si possa attraversarlo con i tacchi a spillo????