lunedì 25 febbraio 2013

Buon lunedì....

Dieci giorni fa un prolettico assaggio di primavera mi ha fatto fiorire tutto l'aglio in cucina... 
Ieri fiocchi di neve grossi come nidi di cicogna... 
Oggi accontentiamoci di iniziare una settimana umidiccia... pesticciando qua e là residui di neve milanese grigiognola e sciolta e lasciando che una fitta rugiada ci imperli gli occhiali e ci arricci i capelli...
Voglia di uscire eh??? 

Invidia per tutti coloro che possono starsene pigramente a casa... morbidamente abbandonati ad ore di inconcludenza... appollaiati nei pressi di un termosifone... 

Voglio rinascere gatto... o cuscino... 



"I gatti [...] ti fanno sentire a casa più di chi ci abita se non ti vuole bene. E se loro te ne vogliono, non si nascondono dietro muri di silenzio né riserve mentali: lo esprimono e esigono il ricambio, si offendono e ti castigano se li privi di quel che per loro è giusto"
(Gina Lagorio, Tosca dei gatti)

"Ai miei gatti"

Quando non ho da fare
sono talmente presa dall'idea
di non far niente,
che non faccio niente
sto con i gatti.

Sei un'orsa
giochiamo
un leoncino
una gatta rimasta bambina
una puttanella
affamata di carezze
ci somigliamo.

Mino mi dà consigli saggi
Mina mi salta sul grembo
mi asciuga le lacrime con la zampa
mi dice di non piangere
che lei è tutta lì per me
mi adora a occhi chiusi.

Fossi gatta
vorrei essere la mia.

Edith Bruck  

domenica 24 febbraio 2013

risotto al limone


Ingredienti per 4 persone:
  • 400 g di riso
  • 1 cipolla
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
  • 1 l di brodo vegetale
  • 1 bustina di zafferano
  • 1 limone
  • prezzemolo fresco tritato
  • 50 g di parmigiano grattugiato
  • (pepe) 
Ricetta in onore della cugina "Carlotta", che quando ha assaggiato questo piatto è impazzita!
Ne approfitto (visto che il blog è mio e posso fare quello che voglio!) per ringraziarla e ricordarle quanto sia una persona meravigliosa e quanto sia un piacere ospitarla a casa nostra!

Portate a ebollizione il brodo, grattugiate la scorza del limone (ovviamente solo la parte gialla più esterna) e spremetene il succo; nel frattempo fate imbiondire la cipolla finemente affettata in una padella con l'olio, poi tenetela da parte e, sempre nella stessa padella, fate tostare il riso. Sfumatelo col vino bianco e, quando sarà evaporato, con il succo di limone. 
Proseguito la cottura aggiungendo poco brodo alla volta. A metà cottura aggiungete anche la bustina di zafferano. 
Quando il riso sarà pronto, mantecatelo col parmigiano, spolveratelo di prezzemolo fresco ed eventualmente con del pepe nero macinato al momento (se riuscite macinatelo piuttosto grosso, in modo che sprigioni il suo profumo e mantenga un sapore deciso); servite nei piatti individuali decorando con qualche fogliolina di prezzemolo intera, la scorza grattugiata ed eventualmente qualche fettina di limone. 
Facilissimo e buono, ottimo per un pranzetto domenicale!

martedì 12 febbraio 2013

tortino di alici con olive, briciole di pinoli e croccante di mollica aromatica

Ingredienti per 4 persone:
  • 300g di alici fresche spinate
  • una patata
  • un limone (fette e scorza grattugiata)
  • parmigiano grattugiato
  • olive taggiasche
  • olio extravergine d'oliva
  • un cucchiaio di pinoli
  • aglio in polvere
  • origano fresco e prezzemolo tritato
  • pangrattato q.b.
  • sale e pepe
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • concentrato di pomodoro per decorare


Sbucciate la patata, affettatela sottilmente e fatela sbollentare per un paio di minuti in acqua bollente; scolatela e lasciatela raffreddare.
Sciacquate le alici già spinate, asciugatele con della carta assorbente e fatele appena scottare (poche alla volta) su una padella antiaderente con un filo d'olio, facendo attenzione che non si attacchino.

Prendete 4 coppapasta del diametro di circa 7 cm e sistemateli su una pirofila foderata di carta da forno.  Disponetevi le alici a ventaglio in modo che la parte della testa di ciascuna resti sul fondo dello stampino e la coda ricada all'esterno. 
Procedente poi farcendo ogni sformatino con un paio di fette di patate, una delle alici avanzate, mezza fetta di limone, un poco di aglio in polvere, un po' di origano e prezzemolo, sale, pepe, parmigiano, un'oliva, qualche pinolo un filo d'olio. Proseguite fino ad esaurire le alici e le fette di patata. Quindi richiudete gli sformatini ripiegando verso l'interno le code delle alici. Spolverate la superficie degli sformatini con un poco di pangrattato, aglio in polvere e parmigiano grattugiato, sale e pepe; irrorate con un filo d'olio e versate un poco di vino bianco sul fondo della pirofila. Informate in forno già caldo in modalità grill forte (per circa 15 minuti), finchè la superficie degli sformatini risulterà dorata e croccante.

Nel frattempo scaldate una padella antiaderente pulita, tostatevi i pinoli rimasti e teneteli da parte. Nella stessa padella versate un filo d'olio, il pandrattato e un cucchiaio di scorza di limone grattugiata in modo da formare delle piccole cialde da utilizzare per la decorazione.
Sfornate gli sformatini, distribuiteli nei piatti individuali e decorate con foglioline di origano fresco, qualche oliva, qualche cialda di pangrattato, qualche goccia di concentrato di pomodoro, i pinoli tostati e un filo d'olio extravergine crudo. Bontà e bellezza!


sabato 2 febbraio 2013

la caduta degli "dei"


Facciamo chiarezza: un tempo gli attori recitavano, allo stesso modo in cui gli spazzacamini spazzavano la fuliggine e i macellai affettavano costolette; i re oziavano e i cortigiani strisciavano e parassitavano...

I "ruoli" (e di conseguenza i mestieri) erano chiari, i ceti chiusi, la società statica, forse non democratica ma "ordinata".




Gli dei guardavano gli uomini dall'alto in basso come tanti insettini insignificanti indaffarati nei loro umani negozi... Gli umani ricambiavano lo sguardo con timorosa sottomissione; l'ubris ("tracotanza", "arroganza") era punita con qualche saetta che inceneriva il povero pollo in due secondi (meglio del più potente microonde!).
Ci si capiva ancora qualcosa!
La modernità confuso le acque: mobilità sociale, nuovi desideri, nuovi bisogni (reali o meno), nuove divinità da adorare, nuove finzioni da rispettare. La vita è uno "spettacolo"... non sempre in senso positivo. Ci nascondiamo dietro innumerevoli maschere... e Pirandello ne sapeva qualcosa...

"Ero... nel loro mondo uno che si chiamava Moscarda, un piccolo e determinato aspetto di realtà non mia, incluso fuori di me nella realtà degli altri e chiamato Moscarda."
"Dida mia moglie mi chiamava Gengè; [...] Gengè era molto amato da mia moglie Dida [...] Cominciai a divenire terribilmente geloso di un imbecille che s'era cacciato tra me e mia moglie... mia moglie si stringeva tra le braccia la realtà di uno che non ero io!"
"Rientrando in casa, vi trovai Quantorzo in seria confabulazione con mia moglie Dida [...]... credettero che con quell' "eccoci" mi riferissi soltanto a loro due, sicurissimi che lì dentro fossimo ora in tre e non in nove; o piuttosto in otto, visto che io -per me stesso- ormai non contavo più. Voglio dire: 1. Dida, com'era per sé; 2. DIda com'era per me; 3. Dida, com'era per Quantorzo; 4. Quantorzo com'era per sé; 5. Quantorzo com'era per Dida; 6. Quantorzo com'era per me; 7. il caro Gengè di Dida; 8. il caro Vitangelo di Quantorzo. S'apparecchiava in quel salotto, fra quegli otto che si credevano tre, una bella conversazione."
(Pirandello, "Uno, nessuno, centomila")

Ma accade che ogni tanto qualche maschera caschi a terra... o meglio: che tutto l'attore scivoli e si esibisca in un sonoro capitombolo, dal quale la sua dignità è destinata a non risollevarsi mai più!
Oggi le "divinità" del cinema, in nome di un non chiaro spirito di umana solidarietà, sembrano abbandonare di tanto in tanto il loro Olimpo hollywoodiano per fare una capatina tra i comuni mortali. E quale modo migliore di manifestarsi agli odierni proseliti se non attraverso il moderno oracolo televisivo? I divi del grande schermo si mettono così al servizio della Pizia pubblicitaria. E se Ulisse ed Enea si erano rivolti a Circe e alla Sibilla cumana per ricevere le indicazioni necessarie alla discesa nell'Ade che avrebbe fatto luce sul loro destino... oggi ci accontentiamo di affidarci a qualche spot per decidere che marca di detersivo, caffè o rossetto acquistare... Le priorità sono cambiate!
Così ci ritroviano George Clooney caffè-dipendente nei panni di uomo-decaffeinato che vive nelle botteghe Nespresso, dove viene immancabilmente sbeffeggiato da tutte le donne che incrocia tra una tazzina di espresso e l'altra; Julia Roberts, la rana dalla bocca larga, che si presta allo spot sul fondotinta "illuminante" che, considerando che la pulzella sarà ormai vicina al mezzo secolo, non fa luce su altro che sui miracoli del fotoritocco...

Ma l'Awards 2012 per la perdita dell'"aura" va sicuramente ad Antonio Banderas nei panni dell'uomo- Mulino Bianco! Affascinante, tenebroso, dotato di esoticità caliente e latina, di un nome che unisce la sensualità del flamenco alla semplicità rassicurante del ragazzo della porta accanto... Insomma, un personaggio da far tremare le gonnelle a qualsiasi fanciulla (o i mutandoni di pizzo al ginocchio delle fan più stagionate)...
Dopo aver raggiunto l'apice del successo grazie a uno straccio nero con due fori legato attorno alla testa a metterne in risalto lo sguardo penetrante, Zorro ha gettato la maschera, l'ha calpestata, fatta a pezzi, bruciata e ne ha disperso per sempre le ceneri!
Oggi ce lo troviamo riciclato nei panni di un poco credibile mugnaio che chiacchiera con una gallina (?!?!) o si strafoga di cornetti al cioccolato (perchè "Tanto non mi vede nessuno!").
Che tristezza! Che disillusione! Zorro si è trasformato in Sancho Panza...

Questo è forse l'effetto della perdita di ruoli precisi, dello sfumare dei mestieri l'uno nell'altro... D'altronde non possiamo pretendere qualcosa di diverso: i vecchi "spazzini" oggi si chiamano "operatori ecologici" (titolo che incute una certa reverenza), le "Magistrali" si chiamano "Scienze della formazione psicopedagogica", gli autisti si definiscono "automuniti" (un'etichetta che porta all'istintiva risposta: "Oh poverino, mi dispiace!", come se si trattasse di una menomazione o malattia rara!)... Ah, ovviamente i nullafacenti di un tempo sono oggi "diversamente-impiegati"!

Tutti si riciclano come possono e in un mondo che si regge sempre più sulle apparenze, anche le stelle cadono... e forse è rassicurante come le brutture sventolate sulle copertine di Novella 2000...
La catarsi è servita! Consoliamoci... nella tragedia!