sabato 17 gennaio 2015

Il (pro)fumo di un'altra...









Sì, questo mondo è piatto, e quanto all'altro, frottole.
Senza speranza vado mansueto alla mia sorte;
per ammazzare il tempo, aspettando la morte,
fumo in faccia agli dei sottili sigarette.

Su, viventi, affannatevi, o scheletri futuri.
Me, l'azzurro meandro che verso il cielo si torce
mi sprofonda in un'estasi infinita e m'addorme
come ai morenti aromi di mille bruciatori.

Ed entro nel fiorito eden dai sogni chiari,
dove elefanti in fregola si intrecciano alla fioca
danza delle zanzare, in fantasiosi valzer.

E quando poi pensando ai miei versi mi scuoto,
contemplo, il cuore pieno di dolce gioia, il caro
mio pollice arrostito come un cosciotto d'oca.

(Jules Laforgue, La sigaretta)


Cica, cicca e chica... Dal latino cicus o ciccus, "pellicola sottilissima che avvolge i semi dei frutti" o, nell'uso metaforico, "un nonnulla", "un minimo"... Considerando l'origine comune, mi chiedo per quale delirante scherzo etimologico si sia passati da "buccia" a "ragazza" ma anche a "mozzicone"... ma non posso esibire una competenza plurilinguistica sufficiente per ritenermi offesa dall'accostamento.  In fondo a separare i tre concetti c’è non solo una consonante ma nientemeno che la caduta dell'impero romano d'Occidente (!)... con conseguente minestrone di lingue romanze.
In ogni caso, per i devoti del dio Tabacco, l'associazione dell'immagine femminile alla sigaretta potrebbe non essere così stravagante. 
Primo piacere del mattino, virgola affascinante tra le labbra di Hanfry Bogart, ultimo desiderio dei condannati a morte nei film americani, la sigaretta rappresenta per qualsiasi dissoluto fumatore un vero e proprio oggetto del desiderio, una un'amica, una compagna con cui condividere momenti di stress o relax... insomma, quasi un'amante da taschino! Esile, bianca e taciturna come una Geisha... Tanto che alcune mogli ne sono gelose.
Certo, alzarsi nel cuore della notte e trovare il proprio consorte chiuso in bagno, seduto sulla tazza in pigiama, mentre si inebria di nascosto dei fumi di una Marlboro, è un po' triste... Forse un tempo eravamo noi il motivo per cui si destava anelante... Però diciamoci la verità: essere svegliate alle tre del mattino per fare "Picci-picci" può essere piacevole per il primo anno di fidanzamento (facciamo due?), ma non oltre! Dopo qualche tempo di menage coniugale il sonno diventa un territorio sacro, il regno di una pace inviolabile... E il nostro spasimante rischierebbe di vedersi ricambiato l'entusiasmo notturno con una gomitata in un occhio!
Non possiamo negare che a confronto con una consorte un po' lunatica, che si aggira per casa coi bigodini sulla testa e la faccia coperta di argilla color ramarro, la sigaretta può offrire almeno il conforto della stabilità e assicurare 8 cm di godimento, senza gli svantaggi dei preliminari o delle sfuriate domestiche.
Una donna non si può portare nel taschino in una pratica scatoletta, né (in linea di principio) farla pendere a lungo dalle proprie labbra; ogni tanto potrà fumare di rabbia...ma non è concesso capovolgerla in un piattino e porre fine ai suoi capricci... Non si può spegnere a comando una moglie né cambiare marca di fidanzata. E poi con una donna "accesa" non c'è "filtro" che tenga: dice tutto quello che pensa... e dopo l’incendio  si raccolgono le ceneri...
Ma non mi è ancora capitato di vedere una sigaretta che faccia la spesa al supermercato, cucini, carichi la lavatrice, organizzi feste di compleanno, pianga per film lacrimevoli, canti sotto la doccia, litighi col navigatore satellitare in auto, addobbi l'albero di Natale, faccia le ore piccole per cucire ai pargoli i costumi per la recita scolastica... In fondo se 9 volte su 10 i mariti che "escono a comprare le sigarette" poi tornano a casa, ci sarà un motivo!
Allora, o lussuriosi della nicotina, perdonateci il difetto di essere un po' più bisbetiche della vostra amante fumosa e attraverso la cortina sottile di fumo dietro cui vi schermite, riconosceteci per quelle che siamo, eravamo e saremo sempre, magari con qualche ruga in più o qualche capello in meno... tra i "meandri che si torcono verso il cielo" in volute danzanti, continuate a respirare anche il nostro aroma di casa, caffè, shampoo, pioggia e bambino... e magari, tornando indietro dal tabaccaio, ogni tanto portateci un fiore.









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