Come le prime fogliette coraggiose,
piccole lingue verdi
si fanno strada
guardinghe
tra le "rosee dite dell'alba",
spaccando
il tenero guscio della gemma,
si affacciano alla vita
sconosciuta
ma sponte a ricacciarsi
nel tiepido alveo...
Così anch'io...foglietta mattiniera oggi per la prima volta mi sono arrischiata a smettere la mise da
palombaro; ho tolto qualcuno dei "petali" alla "luminosa ampolla" di
cui parla Neruda...(la mia identificazione con un tubero andrebbe
indagata...psicanaliticamente avrebbe dell'interessante!)... e ho osato tuffarmi pericolosamente dalla cima del cappotto abbottonato fino alle tempie, nella "gemmea aria" del mattino milanese...
Basta con cappello, sciarpa, guanti, collant e calzini (notare bene "e", non "o"), pile, maglioncini in duplice o triplice copia... Con eleganza da omino Michelin, quest'inverno non mi sono risparmiata proprio nulla in fatto di abbigliamento da esquimese... eccetto le mutande di lana perchè pungono! e le pelli di foca perchè a Milano si ha difficoltà a reperirle!
E stasera vita spericolata: provo a rinunciare alla copertina di lana sotto il piumone!
Che sia finalmente arrivata la primavera?
SPECCHIO
RispondiEliminaEd ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.
Salvatore Quasimodo
FRANCO FORTINI: I LAMPI DELLA MAGNOLIA
RispondiEliminaVorrei che i vostri occhi potessero vedere
questo cielo sereno che si è aperto,
la calma delle tegole, la dedizione
del rivo d’acqua che si scalda.
La parola è questa: esiste la primavera,
la perfezione congiunta all’imperfetto.
Il fianco della barca asciutta beve
l’olio della vernice, il ragno trotta.
Diremo più tardi quello che deve essere detto.
Per ora guardate la bella curva dell’oleandro,
i lampi della magnolia.