mercoledì 3 aprile 2013

la foglietta coraggiosa


Come le prime fogliette coraggiose, 
piccole lingue verdi 
si fanno strada 
guardinghe 
tra le "rosee dite dell'alba", 
spaccando 
il tenero guscio della gemma, 
si affacciano alla vita 
sconosciuta 
ma sponte a ricacciarsi 
nel tiepido alveo...




Così anch'io...foglietta mattiniera oggi per la prima volta mi sono arrischiata a smettere la mise da palombaro; ho tolto qualcuno dei "petali" alla "luminosa ampolla" di cui parla Neruda...(la mia identificazione con un tubero andrebbe indagata...psicanaliticamente avrebbe dell'interessante!)... e ho osato tuffarmi pericolosamente dalla cima del cappotto abbottonato fino alle tempie, nella "gemmea aria" del mattino milanese...




Basta con cappello, sciarpa, guanti, collant e calzini (notare bene "e", non "o"), pile, maglioncini in duplice o triplice copia... Con eleganza da omino Michelin, quest'inverno non mi sono risparmiata proprio nulla in fatto di abbigliamento da esquimese... eccetto le mutande di lana perchè pungono! e le pelli di foca perchè a Milano si ha difficoltà a reperirle!
E stasera vita spericolata: provo a rinunciare alla copertina di lana sotto il piumone!



Che sia finalmente arrivata la primavera?



2 commenti:

  1. SPECCHIO

    Ed ecco sul tronco
    si rompono gemme:
    un verde più nuovo dell’erba
    che il cuore riposa:
    il tronco pareva già morto,
    piegato sul botro.

    E tutto mi sa di miracolo;
    e sono quell’acqua di nube
    che oggi rispecchia nei fossi
    più azzurro il suo pezzo di cielo,
    quel verde che spacca la scorza
    che pure stanotte non c’era.
    Salvatore Quasimodo

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  2. FRANCO FORTINI: I LAMPI DELLA MAGNOLIA

    Vorrei che i vostri occhi potessero vedere
    questo cielo sereno che si è aperto,
    la calma delle tegole, la dedizione
    del rivo d’acqua che si scalda.

    La parola è questa: esiste la primavera,
    la perfezione congiunta all’imperfetto.
    Il fianco della barca asciutta beve
    l’olio della vernice, il ragno trotta.

    Diremo più tardi quello che deve essere detto.
    Per ora guardate la bella curva dell’oleandro,
    i lampi della magnolia.

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