Parlando di maternità senza avere figli entro in un campo di rovi... perchè a chi non ha procreato sembra essere preclusa ogni libertà di espressione sull'argomento, e tutte le "mamme" sono pronte a sfoderare le unghie per difendere il territorio di loro giurisdizione naturale. Però io "voglio una vita spericolata" (come cantava Vasco Rossi ormai qualche decennio fa), e dunque mi arrischio a entrare su questo terreno minato saltellando come una capra... (magari aggiungo in calce il mio numero di telefono per ricevere in dirette gli insulti di qualche genitrice desiderosa di scambio dialettico tagliente)!
E' vero, non ho avuto esperienza di gestazione, parto, pannolini, sveglie notturne, pappe, rigurgiti e quant'altro, però sono stata (sono?) figlia e osservatrice spassionata della realtà internazionale e dei comportamenti della "gente del mondo" e dunque anche delle "mamme" del globo.
Ora, partendo dal presupposto che l'"istinto materno" è una chimera e il "cuore di mamma" una meteora, nulla va tolto al fatto che la "Mamma" sia un'istituzione, una realtà che merita la maiuscola...
MAMMA è la prima persona, il centro di un nuovo universo che si schiude alla vita; la destinazione del primo fatidico sguardo, la fonte del primo respiro.
MAMMA è la prima parola che si compone sulla lavagna alla scuola elementare, tracciata dalla dolcezza curvilinea del gessetto bianco della maestra, che cita con reverenza quella che rappresenta una vera e propria divinità per tutte decine di paia di occhi che la osservano compiere questo rituale sconosciuto.
MAMMA è "casa", calore, odore, morbidezza. E' così ovunque, per chiunque, e anche nel mondo animale: MAMMA vuol dire nido, protezione, cibo, battito cardiaco.
E' origine, radice, nucleo che ci esclude e attorno al quale gravitiamo per tutta la nostra vita. Un po' un marchio di fabbrica, una denominagione IGP (se fossimo ortaggi...).
La mamma è "inevitabile" ed "eterna". A ciascuno la propria.
MAMMA è "casa", calore, odore, morbidezza. E' così ovunque, per chiunque, e anche nel mondo animale: MAMMA vuol dire nido, protezione, cibo, battito cardiaco.
E' origine, radice, nucleo che ci esclude e attorno al quale gravitiamo per tutta la nostra vita. Un po' un marchio di fabbrica, una denominagione IGP (se fossimo ortaggi...).
La mamma è "inevitabile" ed "eterna". A ciascuno la propria.
Senza cedere a classificazioni genetiche degne degli esperimenti coi piselli (verdi e gialli) di Mendel, nè alle teorie di Darwin o a semplicistiche distinzioni diatopiche (l'ambiente geografico influisce sul modo di crescere i pargoli?), mi sembra però evidente la distanza che separa il "senso materno" di una chioccia che si circonda di pulcini pigolanti e la partner
del cuculo, che depone le uova nel nido di altri uccelli, abbandonandole alla loro sorte...
Per quanto riguarda gli umani, credo che si possa riassumere la "fenomenologia internazionale della maternità" in due poli opposti.
Da un lato le mamme mediterranee che, dall'annuncio del cosiddetto "stato interessante" assumono sembianze e portamento da matrone romane, di solito triplicando la propria "volumetria" (come il pesce palla per difendersi dagli attacchi nemici) e istituiscono intorno a sè un apparato di servitù vassallatica (di mariti e parenti) che avrebbe fatto invidia alla corte di Cleopatra...
Dopo mesi di training pre-parto, corsi di respirazione, ginnastica dolce, acquisti per bebè (costi esorbitanti ai quali, nel frattempo, va aggiunta la parcella dell'analista per i mariti sull'orlo dell'esaurimento nervoso), e dopo il tanto atteso "lieto evento" (Annunciazione a base di imprecazioni da camionista), le mamme italiane vengono prese dalla fobia dei batteri-germi-virus: divengono specialiste in tutte le malattie infantili di cui riescono a rintracciare il nome, si trasformano nelle "sterilizzatrici più veloci del West": non appena un ciuccio cade dalla boccuccia sdentata del figlio, loro, con mossa felina lo agguantano e lo gettano in un pentolino di acqua bollente, per sfoderarne immediatamente uno asettico, sigillato sottovuoto nel cellophane. Le neomamme bollono tutto: bavagline, coperte, biberon... perchè ci sono "i germi" (a quanto pare piovono a catinelle, grossi come le locuste dell'Apocalisse!)... Forse arriveranno a portarsi un fornello da campo nella borsetta? Strano che nessuna abbia ancora brevettato un passeggino con falò incorporato! Pazienza se intanto che loro cuociono il pupo si è trascinato fino alla ciotola del cane o si sta infilando il Pongo nel naso e nelle orecchie... !
Altro nemico invisibile e subdolo contro cui le mamme mediteranee combattono strenuamente è lo spiffero-zefiro-colpo d'aria... Per questo imbacuccano i figli come l'omino Michelin anche in agosto, con strati e strati di lana (sindrome da cipolla? filosofia Tuareg? o commistione tra tubero e pecora?), e coprono carrozzine e passeggini con tendaggi di plastica, trasformandole in serre con le ruote...Altre follie: le mamme nostrane cronometrano l'intervallo tra una poppata e l'altra, studiano pannolini al microscopio, si struggono nell'attesa del ruttino, storpiano l'intero dizionario per inventare i nomi più assurdi che rendano appetibile ogni minuta realtà del mondo al cucciolo d'uomo... si scervellano nel tentativo di interpretarne il più piccolo accenno di capriccio e si prodigano a soddisfare qualsiasi desiderio prima ancora che assuma forma cosciente nel genio del più o meno piccolo mostro. E' l'inizio della tirannide! A doppio senso ovviamente.
Le mamme italiane iniziano la loro "sudditanza" rincorrendo i pargoli urlanti sul bagnasciuga di mezza riviera adriatica per impastellarli di Coppertone come le zucchine per la tempura, e continuano a corrergli dietro fino all'età della pensione (dei suddetti figli, ovviamente) e oltre a raccomandargli la "maglietta della salute", a stirargli le camicie, a mantenere intatto lo scrigno di cristallo e ovatta che gli hanno costruito attorno in decenni di attenta cura. Da parte loro i figlioli sembrano destinati a trasformarsi da piccoli principi sul vasino a re di cartapesta; a meno che non rivolgano alla madre l'atto che che Freud (bravo maschilista zuccone!) chiama "uccisione del padre"... da Edipo a Oreste!
Al polo opposto del mondo "mammifero" collocherei le mamme tedesche e americane.
Ho assistito personalmente a situazioni sconcertanti di neonati ciuccianti wurstel invece che tettarelle di lattice (in barba alle intolleranze alimentari!), e bambinetti biondi ruspanti, abbandonati allo "stato brado" come vitelli, liberi di vagare per parchi, spiagge, campeggi, senza che i genitori si curassero minimimente che restassero rintracciabili (sarà che all'estero i bambini nascono con un sistema GPS incorporato? Si sa che l'Italia la tecnologia deve sempre importarla...); mezzi nudi anche d'inverno, scorazzanti come conigli selvatici sotto il sole o con la pioggia,... cascano, si sbucciano, danno zuccate tremende e si rialzano saltellanti, non frignano, apparentemente non soffrono per tutta la sequela di lagne che affligge i nostri bambini (fame freddo caldo sonno noia dolore e capricci annessi).
Ho visto mamme fare jogging col passeggino assicurato alla vita, trainando il bebè come fosse un sidecar oppure pedalare forsennatamente su specie di cariole cariche di prole piuttosto consistente... addirittura ho visto mamme americane caricarsi il pupo sulle spalle e risalre la china del Grand Canyon o attraversare in barca il Rio delle Amazzoni...
Forse le nostre mamme soffrono di un eccesso di protettivismo nei confronti dei figli, ma la spericolatezza (e in alcuni casi totale assenza di spirito di conservazione della "specie") di quelle di altre nazioni non mi sembra meno preoccupante... la "Mamma" dovrebbe essere la prima fonte di protezione...Se ti appende ai pinnacoli del primo monte sul quale le viene in mente di arrampicarsi come una capra, che sicurezza ti da???
Fatto sta che in metà del mondo occidentale vengono allevati dei piccoli Indiana Johnes nell'altra metà crescono dei mollacchioni mamma-dipendenti che fino a 12 anni non sanno attraversare la strada senza farsi stirare... Nel mondo globalizzato certe distinzioni rimangono!!!
A questo punto però dovrei tirare in ballo i papà, ma così divagherei rispetto al titolo del post, dunque mi fermo qui, riportando le parole di un poeta saggio...
Di mia madre, sfocata nella memoria, in tutto un'apparizione [...]
Un'apparizione che sarebbe un rimorso per sempre se gli attaccamenti umani nascessero da altro che i sensi. Che ci lega a una creatura, è la consuetudine; che strazia al suo icordo, un gesto abituale, una scoperta debolezza, magari un'imperfezione fisica. Mancando l'alimento dei sensi, non è neppure l'amore per la madre.
Il suo ritratto è quello d'una sconosciuta; l'affetto per lei, il nulla d'un affetto dovuto [...] E, anche il suo nome... Eternità a nostro confronto degli oggetti! E' ancora in casa, vi dura come un rimprovero, la tazza in cui prendeva il caffelatte del mattino. Più che nel mio cuore, il suo nome resta su quel coccio [...]
Sbarbaro (Fuochi fatui, 1940-1945)
L'una vegghiava a studio de la culla,
RispondiEliminae, consolando, usava l'idïoma
che prima i padri e le madri trastulla;
l'altra, traendo a la rocca la chioma,
favoleggiava con la sua famiglia
d'i Troiani, di Fiesole e di Roma.