C'è stata un'epoca,
prima dell'avvento della Play Station e dell'epidemia dello spinning, in cui il
genere umano era ancora consapevole dell'esistenza di un mondo reale, popolato
non solo da pixel e da monitor per la cardiofrequenza, e "addirittura"
fisicamente percorribile con spostamenti misurabili da un punto A ad un punto
B!
Le prime impagabili
conquiste! Tempravano il fisico e il carattere, insegnando determinazione
e dignità! Grattugia oggi, gibolla domani, si imparava che non tutto è facile,
ci si confrontava con i propri limiti, le proprie paure, e si cercava di superarli,
si capiva l'importanza del riuscire a fidarsi ma anche di saper rinunciare alla
mano disposta a sorreggerci... Era un gioco ma anche una lezione di vita.

Ormai, un po’ per
pigrizia, un po’ per paura di essere stirati dagli autoveicoli o intossicati
dalle polveri sottili, il culto della bicicletta in città fatica a
sopravvivere… fatta eccezione per contesti come quello di Amsterdam, dove ogni
giorno migliaia di ruote percorrono strade e ponti chiusi al traffico, e non è
inusuale vedere signore vestite di tutto punto che pedalano trainando
“rimorchi” con tre o quattro figli da accompagnare a scuola, con il cane nel
cestino e la borsa della spesa appesa al manubrio…
Altrove gli adulti
preferiscono generalmente accomodare il fondoschiena sul flock antisqueaking
delle loro automobili anche per andare a comprare il giornale, tanto per
sperimentare cotidie il piacere
terapeutico di sbraitare nel traffico, e rinchiudersi poi in affollate palestre
per pedalare come criceti frustrati su sentieri immaginari che non portano da
nessuna parte…se non verso il miraggio di glutei supertonici da sfoggiare in
spiaggia…
Qualche amante delle
sane pedalate però rimane: oltre a coloro che agognano gli sporadici blocchi
della circolazione indetti dai comuni per far rientrare le polveri sottili
entro livelli respirabili, e colgono queste rare occasioni per riversarsi per
le strade con bici, tandem, tricicli, monopattini, skateboard, pattini e tutto
ciò che possa rotolare sull’asfalto, ogni tanto si vedono gruppetti di ciclisti
della domenica che partono equipaggiati di tutto punto diretti verso tranquilli
sentieri di campagna o avventurose discese a rotta di collo dai pendii di
qualche vicino monte.
Alcuni partono già
combinati con le loro tutine aderenti e sgargianti…che li fanno tanto
somigliare agli omini che nello spot dello yogurt Actimel dovrebbero
rappresentare i fermenti lattici… però vestiti a festa, multicolor!
Hanno caschetti,
ginocchiere, guanti forati, imbottiture per pudenda (ma tante volte sospetto sia
solo un pretesto per esibire ciò su cui l’occhio non dovrebbe cadere…e invece
così ci cade!)…bottigliette di integratori salini, ecc., ecc.

Quanti se ne vedono,
che arrancano come cinghiali mentre si arrampicano verso le cime delle
montagne, per poi godersi 30 secondi di gloriosa (pericolosissima) discesa! Che
brividi (tra adrenalina e sudore che si raffredda nella tuta) mentre si
sfreccia a tutta velocità verso la valle! Schivando rami e macigni…col rischio
costante di ritrovarsi una pigna in un occhio o uno scoiattolo in bocca!

Fonderci con una
parentesi di mondo che diventa nostra nella misura in cui la attraversiamo con
tutti i sensi tesi predisposti alla percezione e all’assimilazione: ascoltiamo
in modo nuovo il silenzio interrotto dalla linea sonora tracciata dalle nostre
ruote, osserviamo quello che ci scorre accanto a velocità “umana”, respiriamo
quegli odori che sempre schermiamo dietro ai parabrezza, e che ora ci
disponiamo ad accogliere, a lasciare entrare con piacevole violenza nelle
nostre narici. E allora non ha importanza se si arranchi in salita o si sfrecci
in discesa, se si vada lontano o si torni a casa, se si sia soli o in allegra
brigata… La bicicletta ci accompagna come una fedele amica, su strade prima di
tutto interiori, alla conquista di vette simboliche, verso panorami che si
rinnovano ad ogni contrazione di quadricipite.
PS. per la realizzazione di questo post, scritto in onore dell'amico (e ciclista) Stefano Petti, non è stato maltrattato nessun animale... al massimo qualche volonteroso bipede che si è prestato ad essere immortalato anche in atteggiamenti non proprio edificanti! Riferimenti a fatti e persone realmente esistenti sono da ritenersi esattamente quello che sembrano: richiami espliciti a conoscenti e amici, più o meno fanatici, più o meno giovani, più o meno atletici!
Fotografie scattate da Maria Pia Pullano, che ringrazio molto per la collaborazione artistica e sportiva!
Fotografie scattate da Maria Pia Pullano, che ringrazio molto per la collaborazione artistica e sportiva!