sabato 19 gennaio 2013

"De calzinibus"

Memorie di una lavandaia... 
Il calzino è uno degli indumenti più tristi del guardaroba, sia maschile sia femminile (per questo si tende a nasconderlo in fondo a qualche cassetto... preferibilmente l'ultimo), collocandosi appena al di sopra della pancera e di forse (ma non ne sono sicura) degli slip bianchi da uomo; in ogni caso ai primissimi posti nella hit parade della malinconia vestiaria!
Già la designazione al diminutivo è evocativa di un mancato riconoscimento di status di vero capo d'abbigliamento, che lo confina nel limbo dell'indecisione categoriale e sembra escluderlo da ogni considerazione stilistica.

Raggiunge l'apice del grigiore se lo si considera nei momenti di solitudine, quando lo si scorge mollemente abbandonato sulla spalliera di una seggiola o ai piedi del letto...
Già vederne due appaiati (evento raro e fortunato) fa tutto un altro effetto! Sembra che i due simili si tengano almeno un po' di solidale compagnia.

Ovviamente a suscitare il disprezzo dei compagni di comò (che talvolta sembrano letteralmente ritrarsi, schiacciandosi contro la parete opposta del cassetto per evitare ogni contatto!) intervengono alche altri fattori: fantasia, lunghezza (o cortezza...), tenuta dell'elastico... 
Il calzino, sarà perchè si indossa rigorosamente nascosto, o almeno così dovrebbe essere!) tra scarpe e pantaloni, si presta alle più svariate aberrazioni di gusto! Abbiamo tutti presenti le fogge carnevalesche che possono insidiarsi sotto i pantaloni maschili apparentemente più rigorosi (magari fino a metà polpaccio, che è veramente il massimo!)... ed è scientificamente provato che una serata affascinante può essere rovinata solo da un accavallare di gambe... questione di un istante e la poesia muore, impiccandosi in una fascetta di cotone o poliammide!

E le donne? Non voglio nemmeno considerare quante adesiscono al movimento del "calzino corto con la gonna"... seguaci di Anna dai Capelli Rossi, protagonista di un cartone tristissimo (anche ma non solo per questo tipo di abbigliamento!) a cui probabilmente devo ricondurre qualcuno dei miei traumi emotivi! 
Anche le creature femminili maggiormente dotate di gusto e buon senso scivolano nella follia pratica del gambaletto antistupro (corsivo mio) elasticizzato e lungo fin sotto il ginocchio...un'oscenità!!! Esteticamente deprecabile in misura direttamente proporzionale alla sua rivoluzionaria utilità: consente di tenere lontani gli spifferi invernali sempre in agguato e pronti a infilarsi sotto i pantaloni, ma senza gli inconvenienti pizzicanti dei collant! Inoltre funge anche (ed è una mia teoria in attesa di dimostrazione scientifica) da strumento di autodifesa... un po' come lo spray al peperoncino... un deterrente efficacissimo anche contro i peggiori malintenzionati!

(dimostrato da test di laboratorio!!!)
La vita di coppia del calzino è tutbolenta ma monogama, segnata da continue separazioni e occasioni di ritrovamento; gli allontanamenti definitivi sono piuttosto rari... più frequenti le vedovanze... prima causa delle quali è il risucchio da parte dello scarico della lavatrice.

Quando invece il coniuge disperso risalta fuori tutto impolverato da qualche angolo sotto il letto, da dietro un comodino o dal fondo della cesta della biancheria (dove era rimasto impigiato per mesi) si assiste a commoventi ricomposizioni familiari...degne delle più strappalacrime trasmissioni di Raffaella Carrà...
Ma tentare unioni tra calzini vedovi è inutile: il compagno di confezione è unico e insostituibile! Il lagame è sacro e inviolabile... inutile ripiegare su approssimative coppie di fatto. Al massimo si possono confinare i single in qualche cesta apposita...dove condividano il loro destino solitario confortandosi a vicenda...(un po' come quei circoli in cui persone rimaste sole si riuniscono per giocare a carte, a scacchi o a bocce...)... e non sono ammesse orge (che risulterebbero in-cestuose se non altro per la logistica di cui sopra: la cesta appunto!).
Il calzino (uno, perchè questo non è mai un trattamento di coppia) è soggetto a una barbara usanza: la pratica del "rammendo", basata sul principio economico del risparmio (se solo uno dei due è bucato, perchè buttarli entrambi?) e su quello religioso del non separare ciò che maglieria ha unito; mai dividere una coppia di calze! Sarebbe l'inizio della fine! La fonte di una cascata di disordine in cui si rischierebbe di annegare, invasi da guanti pedestri di cotone/lana/nilon, a costine, trecce, points, senza riuscire più a ricostrire parentele, legami o semplici rapporti di convivenza.... Tra i calzini non sono ammessi tradimenti nè seconde nozze, frutto di ricicli di precedenti rapporti. I calzini sono eternamente fedeli l'uno all'altro: termineranno la loro vita coniugale (dopo molteplici rattoppi individuali) scivolando insieme dagli stinchi del proprietario, quando i loro elastici avranno finalmente ceduto al languore dell'età!










2 commenti:

  1. Splendido humor, in gloria del calzino!!!
    Il calzino, finora, che io sappia, non ha ancora trovato un poeta che ne celebrasse l'importanza per la condizione umana... Allora mi colloco un po' a margine e ti dedico La lavatrice di Guido Oldani...

    La lavatrice

    la centrifuga gira come un mondo
    e i suoi abitanti sono gli indumenti
    riposti dalla coppia dei congiunti.
    si avvinghiano bagnati in un groviglio
    i rispettivi panni in capriola,
    sono rimasti questi i soli amanti,
    quegli altri se si afferrano è alla gola.

    RispondiElimina
  2. "Il paradiso dei calzini" (ninna nanna)

    "Dove vanno a finire i calzini
    quando perdono i loro vicini
    dove vanno a finire beati
    i perduti con quelli spaiati
    quelli a righe mischiati con quelli a pois
    dove vanno nessuno lo sa
    Dove va chi rimane smarrito
    in un'alba d'albergo scordato
    chi è restato impigliato in un letto
    chi ha trovato richiuso il cassetto
    chi si butta alla cieca nel mucchio
    della biancheria
    dove va chi ha smarrito la via
    Nel paradiso dei calzini
    si ritrovano tutti vicini
    nel paradiso dei calzini..
    Chi non ha mai trovato il compagno
    fabbricato soltanto nel sogno
    chi si è lasciato cadere sul fondo
    chi non ha mai trovato il ritorno
    chi ha inseguito testardo un rattoppo
    chi si è fatto trovare sul fatto
    chi ha abusato di napisan o di cloritina
    chi si è sfatto con la candeggina
    Nel paradiso dei calzini..
    nel paradiso dei calzini
    non c'è pena se non sei con me
    Dov'è andato a finire il tuo amore
    quando si è perso lontano dal mio
    dov'è andato a finire nessuno lo sa
    ma di certo si trovera' la'..
    Nel paradiso dei calzini
    si ritrovano uniti e vicini
    nel paradiso dei calzini
    non c'è pena se non sei con me
    non c'è pena se non sei con me".

    Vinicio Capossela

    RispondiElimina

Per lasciare un commento seleziona la voce "utente Google" dal menù a discesa.