sabato 2 febbraio 2013

la caduta degli "dei"


Facciamo chiarezza: un tempo gli attori recitavano, allo stesso modo in cui gli spazzacamini spazzavano la fuliggine e i macellai affettavano costolette; i re oziavano e i cortigiani strisciavano e parassitavano...

I "ruoli" (e di conseguenza i mestieri) erano chiari, i ceti chiusi, la società statica, forse non democratica ma "ordinata".




Gli dei guardavano gli uomini dall'alto in basso come tanti insettini insignificanti indaffarati nei loro umani negozi... Gli umani ricambiavano lo sguardo con timorosa sottomissione; l'ubris ("tracotanza", "arroganza") era punita con qualche saetta che inceneriva il povero pollo in due secondi (meglio del più potente microonde!).
Ci si capiva ancora qualcosa!
La modernità confuso le acque: mobilità sociale, nuovi desideri, nuovi bisogni (reali o meno), nuove divinità da adorare, nuove finzioni da rispettare. La vita è uno "spettacolo"... non sempre in senso positivo. Ci nascondiamo dietro innumerevoli maschere... e Pirandello ne sapeva qualcosa...

"Ero... nel loro mondo uno che si chiamava Moscarda, un piccolo e determinato aspetto di realtà non mia, incluso fuori di me nella realtà degli altri e chiamato Moscarda."
"Dida mia moglie mi chiamava Gengè; [...] Gengè era molto amato da mia moglie Dida [...] Cominciai a divenire terribilmente geloso di un imbecille che s'era cacciato tra me e mia moglie... mia moglie si stringeva tra le braccia la realtà di uno che non ero io!"
"Rientrando in casa, vi trovai Quantorzo in seria confabulazione con mia moglie Dida [...]... credettero che con quell' "eccoci" mi riferissi soltanto a loro due, sicurissimi che lì dentro fossimo ora in tre e non in nove; o piuttosto in otto, visto che io -per me stesso- ormai non contavo più. Voglio dire: 1. Dida, com'era per sé; 2. DIda com'era per me; 3. Dida, com'era per Quantorzo; 4. Quantorzo com'era per sé; 5. Quantorzo com'era per Dida; 6. Quantorzo com'era per me; 7. il caro Gengè di Dida; 8. il caro Vitangelo di Quantorzo. S'apparecchiava in quel salotto, fra quegli otto che si credevano tre, una bella conversazione."
(Pirandello, "Uno, nessuno, centomila")

Ma accade che ogni tanto qualche maschera caschi a terra... o meglio: che tutto l'attore scivoli e si esibisca in un sonoro capitombolo, dal quale la sua dignità è destinata a non risollevarsi mai più!
Oggi le "divinità" del cinema, in nome di un non chiaro spirito di umana solidarietà, sembrano abbandonare di tanto in tanto il loro Olimpo hollywoodiano per fare una capatina tra i comuni mortali. E quale modo migliore di manifestarsi agli odierni proseliti se non attraverso il moderno oracolo televisivo? I divi del grande schermo si mettono così al servizio della Pizia pubblicitaria. E se Ulisse ed Enea si erano rivolti a Circe e alla Sibilla cumana per ricevere le indicazioni necessarie alla discesa nell'Ade che avrebbe fatto luce sul loro destino... oggi ci accontentiamo di affidarci a qualche spot per decidere che marca di detersivo, caffè o rossetto acquistare... Le priorità sono cambiate!
Così ci ritroviano George Clooney caffè-dipendente nei panni di uomo-decaffeinato che vive nelle botteghe Nespresso, dove viene immancabilmente sbeffeggiato da tutte le donne che incrocia tra una tazzina di espresso e l'altra; Julia Roberts, la rana dalla bocca larga, che si presta allo spot sul fondotinta "illuminante" che, considerando che la pulzella sarà ormai vicina al mezzo secolo, non fa luce su altro che sui miracoli del fotoritocco...

Ma l'Awards 2012 per la perdita dell'"aura" va sicuramente ad Antonio Banderas nei panni dell'uomo- Mulino Bianco! Affascinante, tenebroso, dotato di esoticità caliente e latina, di un nome che unisce la sensualità del flamenco alla semplicità rassicurante del ragazzo della porta accanto... Insomma, un personaggio da far tremare le gonnelle a qualsiasi fanciulla (o i mutandoni di pizzo al ginocchio delle fan più stagionate)...
Dopo aver raggiunto l'apice del successo grazie a uno straccio nero con due fori legato attorno alla testa a metterne in risalto lo sguardo penetrante, Zorro ha gettato la maschera, l'ha calpestata, fatta a pezzi, bruciata e ne ha disperso per sempre le ceneri!
Oggi ce lo troviamo riciclato nei panni di un poco credibile mugnaio che chiacchiera con una gallina (?!?!) o si strafoga di cornetti al cioccolato (perchè "Tanto non mi vede nessuno!").
Che tristezza! Che disillusione! Zorro si è trasformato in Sancho Panza...

Questo è forse l'effetto della perdita di ruoli precisi, dello sfumare dei mestieri l'uno nell'altro... D'altronde non possiamo pretendere qualcosa di diverso: i vecchi "spazzini" oggi si chiamano "operatori ecologici" (titolo che incute una certa reverenza), le "Magistrali" si chiamano "Scienze della formazione psicopedagogica", gli autisti si definiscono "automuniti" (un'etichetta che porta all'istintiva risposta: "Oh poverino, mi dispiace!", come se si trattasse di una menomazione o malattia rara!)... Ah, ovviamente i nullafacenti di un tempo sono oggi "diversamente-impiegati"!

Tutti si riciclano come possono e in un mondo che si regge sempre più sulle apparenze, anche le stelle cadono... e forse è rassicurante come le brutture sventolate sulle copertine di Novella 2000...
La catarsi è servita! Consoliamoci... nella tragedia!

1 commento:

  1. o miseras hominum mentes, o pectora caeca!
    qualibus in tenebris vitae quantisque periclis
    degitur hoc aevi quod cumquest! nonne videre
    nihil aliud sibi naturam latrare, nisi ut qui
    corpore seiunctus dolor absit, mente fruatur
    iucundo sensu cura semota metuque?

    RispondiElimina

Per lasciare un commento seleziona la voce "utente Google" dal menù a discesa.