lunedì 11 marzo 2013

Retrospettiva sulla mimosa

11 marzo.
La mimosa si è ormai afflosciata e, dopo averci impallinato tutta casa con i suoi micro-pon-pon color pulcino, ci guarda spennacchiata dal bicchiere che le fa da improvvisato, inutile, abbeveratoio.
A questo punto possiamo abbandonarci a qualche riflessione schietta sulle donne e sui loro rapporti reciproci... dirci un po' di verità.







Le donne SI ODIANO. Smettiamola di raccontarci la bella favola dell'amicizia femminile, della solidarietà di genere; siamo competitive, invidiose, rivali, nemiche.
Le "donne" nascono tali, e, fin da bambine, farebbero di tuto per vedere sgozzata la bambola della compagna di giochi, o per strapparle qualche ricciolo ("Facciamo che io ero la parrucchiera..." e strack! giù a colpi di spazzola!).
Piccole Attila vestite di rosa- fucsia, con scarpette di vernice e innocenti codini, ci siamo affilate le unghie fin dai primi giorni di scuola materna!
Ricordo ancora, alle feste di Carnevale, la guerra delle fatine all'ultimo coriandolo, mentre coccinelle che cercavano di strapparsi vicendevolmente le ali (di collant e fil di ferro), e principesse svolazzanti di tulle che si adoperavano per accaparrarsi il principe azzurro col triciclo migliore a colpi di scettro di plastica! La vita in rosa è una jungla...da sempre!





Quando si raggiunge l'età della "sragione", cioè quando gli ormoni di impadroniscono di noi (e siamo intorno ai 12 anni, perchè noi siamo precoci!) facendoci capire che "i maschi" sono qualcosa di diverso da rospetti insignificanti foderati di grembiule azzurro con lo zainetto dell'Uomo Ragno e le scarpe dei Pockemon (come ci apparivano fino a qualche mese prima)... allora inizia la "guerra delle tette". Chiamatele come volete:frutti di Venere, cuscini di Marte, air-bag, balcone...ma resta il fatto che tutte le desideriamo enormi come se dovessimo piantarci i geranei! E allora cominciamo a spiarci con la coda dell'occhio, per vedere con chi delle nostre compagne Madre Natura sia stata più generosa, e a camminare impettite come trofi tacchini. E, visto che siamo in guerra e in amore, tutto è lecito, compresi l'imganno e l'uso dell'artiglieria pesante: reggiseno imbottito... cosa "reggerci" dentro resta un'altra questione.



Si cresce e si mette giudizio. Si capisce che non val la pena di sprecare tanto tempo ed energie nello scontro diretto, nella battaglia in campo aperto (perchè "ormai siamo donne adulte", con una certa sicurezza e tanti impegni!); si opta per la tattica del logoramento... si temporeggia (come Quinto Fabio Massimo...). Ovvero si aspetta e ci si limita a godere dell'altrui decadimento!


Chi di noi fanciulle non ha gioito internamente (e non solo) scoprendo che la compagna di scuola odiosa, quella carina, boccoluta, col faccino angelico e il cuore satanico, la cocca della maestra, prima della classe, perfettina, non vista dai tempi dei collant rosa e delle treccine coi fiocchi,  ha sviluppato con gli anni un lato B grande come una portaerei? O incontrando a una cena di gala un' "amica" con un brufolo extralarge sulla punta del naso???

L'indagine volta all'individuazione dei punti deboli delle avversarie continua, ma l'assedio diviene elegante e le armi si raffinano. Si combatte a suon di consigli sui cosmetici abtirughe e di finti complimenti che sibilano nell'aria come frecce avvelenate: "Non sei cambiata per niente!" (in realtà significa: "Sei una cariatide, ma si vede che ti impegni tanto per cercare di nasconderlo"); "Si vede proprio che sei una donna impegnata!" (traduzione: "Stai proprio una schifezza! sei sbattuta come un polpo pronto per la bollitura"); "Ma come ti vedo in salute!" ("Sei ingrassata come una barca!").

Insomma, diciamoci la verità: a cosa serve tutta l'esibizione di abiti, trucco, capelli, tacchi, pezzi nudi variamente localizzati di pelle eburnea esibiti nelle occasioni "speciali" se non a far traboccare d'invidia le altre esemplari femminili che tentano di marcarci intorno il territorio e rubarci la scena? e a farle sfigurare ovviamente! al pari di quando a 4 anni urlavamo alla mamma "E' stata lei!!!" (dal punto di vista maturità in questo caso non è cambiata una virgola!).
Ammettiamolo: soffriamo tutte della sindrome del fenicottero: amiamo stare sul piedistallo...per quanto l'equilibrio sia precario!


Il Capodanno è l'apoteosi del wrestling femminile implicito, quando si schiatta di freddo con apparente noncuranza, mentre gli uomini se ne stanno tranquilli e serafici nei loro maglioni a girocollo, sprofondati nei loro pullover, cappitti e pastrani???? senza minimamente sospettare la guerra fredda -letteralmente- che si svolge tra le ospiti introno a loro? E se riusciamo a strappare qualche occhiata di odio invidioso ce ne torniamo a casa con la scritta "Findus" tatuata in fronte (o in qualche altro posto) ma trionfanti come se avessimo ricevuto il Nobel per la competitività femminile!


Siamo le nostre peggiori nemiche e le nostre più degne avversarie. A differenza degli uomini (che diaciamocelo, nelle loro dispute sono piuttosto grossolani... al massimo vola qualche marovescio...) siamo raffinatamente cattive, subdole, calcolatrici e vendicative, soprattutto nei confronti delle nostre simili; mica per niente la mitologia antica è popolata di Erinni, Sirene, e altri esseri spaventosi del gentil sesso e le tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide, hanno per protagonista uno stuolo di donne poco raccomandabili... 
Allora pensiamoci bene... siamo davvero il sesso debole???

3 commenti:

  1. Donna

    Quand'eri
    giovinetta pungevi
    come una mora di macchia. Anche il piede
    t'era un'arma, o selvaggia.

    Eri difficile a prendere.
    Ancora
    giovane, ancora
    sei bella. I segni
    degli anni, quelli del dolore, legano
    l'anime nostre, una ne fanno. E dietro
    i capelli nerissimi che avvolgo
    alle mie dita, più non temo il piccolo
    bianco puntuto orecchio demoniaco.
    (Umberto Saba)

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  2. Questa è veramente bella!!!!!!!.....quasi da pullitzer!!!!!!

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