Breve riflessione sul binomio specchi-ascensori e sugli effetti deleteri che esso può provocare sull'autostima femminile.
Ogni donna "normale" (il cui livello di vanità si collochi legittimamente ad un'equa distanza tanto dall'affogare in uno stagno di narcisismo quanto dalla trascuratezza da camionista) trascorre in media 45 minuti al giorno "riflettendosi"... ovvero osservando la propria immagine riflessa in superfici di vario genere.
Tale calcolo è riferibile ai giorni feriali, ma può raggiungere le 4-5 ore durante i dì di festa, in cui alle tradizionali pratiche di "prima necessità" per rendersi guardabili si aggiungono dolorosissime "coccole" come scrub facciale, vapore bollente per far traspirare la pelle, maschera facciale, maschera per capelli, depilazione sopracciglia, pulizia del viso, ecc. ecc. Barbare usanze cui tuttavia ci viene imposto di prestarci, con atti di profondo coraggio e spietato masochismo (e poi ce la menano con l'eroismo di Ettore e Achille!!! Avrei proprio voluto vederli, quei due, a una seduta di ceretta dall'estetista!!!)
Dunque abbandoniamo il mito della donna "acqua e sapone", che non sopravvive ai 15 anni di età...
Per togliersi dalla faccia l'aspetto da triglia bollita delle 7 del mattino qualche minimo accorgimento ci vuole... Da qui a farsi prendere la mano (e intrappolare l'occhio dallo specchio) il passo è breve...
Quarantacinque minuti dunque. E' il minimo.
Includiamo nel calcolo:
Dunque: 15 + 3 + 10 + 15 = 42... mancano 2 minuti... e sono quei due minuti tragici che ogni giorno infliggono un nuovo colpo alla nostra autostima, rischiando di affossarcela nella punta dei tacchi e facendoci desiderare di rientrare a razzo in casa per correre a nasconderci sotto il letto come un gatto spaventato... Due minuti in ascensore!
Luce al neon color ospedale, proveniente dall'alto, magari distribuita in maniera asimmetrica; specchio deformante, che allunga, allarga, o contorce il naso...
Il tono della pelle diventa verdognolo, il viso smunto, il colorito degno di una brutta riproduzione dell'"Urlo" di Munch o del fantasma nella vasca da bagno del film "Shining", la minima imperfezione epidermica assume le proporzioni di un cratere dell'Etna.... Ammetto di essermi sorpresa io stessa a drizzare il pelo e soffiare come un felino contro la mia immagine...
A questo trauma quotidiano esistono due possibili soluzioni: dichiarare illegale il collocamento di specchi negli ascensori (è un'istigazione al suicidio!) o cambiare le norme in materia di illuminotenica!
Nel frattempo facciamo gli scalini... ottimo modo per rassodare il lato B (di cui sopra), per mettere alla prova i polmoni, per rompersi i denti se si indossano i tacchi...
Specchio specchio delle mie brame... mi rassegno a usare le scale!
Tale calcolo è riferibile ai giorni feriali, ma può raggiungere le 4-5 ore durante i dì di festa, in cui alle tradizionali pratiche di "prima necessità" per rendersi guardabili si aggiungono dolorosissime "coccole" come scrub facciale, vapore bollente per far traspirare la pelle, maschera facciale, maschera per capelli, depilazione sopracciglia, pulizia del viso, ecc. ecc. Barbare usanze cui tuttavia ci viene imposto di prestarci, con atti di profondo coraggio e spietato masochismo (e poi ce la menano con l'eroismo di Ettore e Achille!!! Avrei proprio voluto vederli, quei due, a una seduta di ceretta dall'estetista!!!)
Dunque abbandoniamo il mito della donna "acqua e sapone", che non sopravvive ai 15 anni di età...
Per togliersi dalla faccia l'aspetto da triglia bollita delle 7 del mattino qualche minimo accorgimento ci vuole... Da qui a farsi prendere la mano (e intrappolare l'occhio dallo specchio) il passo è breve...
Quarantacinque minuti dunque. E' il minimo.
Includiamo nel calcolo:
- lavarsi subito dopo la sveglia, tirarsi, detergersi, districare i nidi di rondine formaticisi in testa durante la notte e truccarsi (tempo stimato 15 minuti)
- valutare il risultato ottenuto spiandosi nel cucchiaino del caffelatte (3 minuti)
- considerare gli effetti prodotti sul nostro aspetto dal fatto di essere uscite di casa per andare a scuola-lavoro-altro specchiandoci nelle porte della metrò o nei finestrini di tram, autobus, ecc. (10 minuti) o nello specchietto retrovisore dell'auto (considerando 2 minuti per semaforo e una media di 5 semafori... siamo sempre sui 600 secondi). Le più organizzate portano sempre con sè uno specchietto da borsa... talvolta tentando di falsare i tempi truccandosi durante il tragitto casa-lavoro... Ma considerando il livello di affollamento dei mezzi pubblici nelle ore di punta io lo sconsiglio vivamente: non solo si ottiene un effetto maschera di carnevale sciolta, ma si rischia anche di cavarsi un occhio con l'eyeliner... e non è proprio il caso!
- attardarsi per tempi più o meno lunghi (e in maniera più o meno esplicita) a considerare a che punto è il livello di discesa del proprio sedere nelle vetrine, nei finestrini delle auto parcheggiate, ecc (e con quante stanno pensando "Ma noooooon è veeeero!!!!" mi complimento per il livello si preudo-autostima-autoinganno sviluppato negli anni... sicuramente vivono meglio di me); diciamo 15 minuti nell'arco dell'intera giornata (sì perchè questo continuiamo a farlo fino a sera, se ci capita di percorrere pedestremente qualche tratto di strada tornando a casa, mentre a specchiarci in viso rinunciamo saggiamente dopo le ore 17...e anche andando a dormire, le procedure di strucco e smontaggio si compiono generalmente con gli occhi offuscati da cataratte di latte detergente...)
Dunque: 15 + 3 + 10 + 15 = 42... mancano 2 minuti... e sono quei due minuti tragici che ogni giorno infliggono un nuovo colpo alla nostra autostima, rischiando di affossarcela nella punta dei tacchi e facendoci desiderare di rientrare a razzo in casa per correre a nasconderci sotto il letto come un gatto spaventato... Due minuti in ascensore!
Luce al neon color ospedale, proveniente dall'alto, magari distribuita in maniera asimmetrica; specchio deformante, che allunga, allarga, o contorce il naso...
Il tono della pelle diventa verdognolo, il viso smunto, il colorito degno di una brutta riproduzione dell'"Urlo" di Munch o del fantasma nella vasca da bagno del film "Shining", la minima imperfezione epidermica assume le proporzioni di un cratere dell'Etna.... Ammetto di essermi sorpresa io stessa a drizzare il pelo e soffiare come un felino contro la mia immagine...
A questo trauma quotidiano esistono due possibili soluzioni: dichiarare illegale il collocamento di specchi negli ascensori (è un'istigazione al suicidio!) o cambiare le norme in materia di illuminotenica!
Specchio specchio delle mie brame... mi rassegno a usare le scale!
Umberto Saba: Lo specchio
RispondiEliminaGuardo un piccolo specchio incorniciato
di nero,
già quasi antico, semplice e severo
a un tempo.
Una fanciulla
- nude l'esili braccia - gli è seduta
di contro.
Ed un ricordo
d'altri tempi mi viene, mentre in quello
seguo le sue movenze e come al capo
porta le braccia, e come ai suoi capelli
rende la forma dovuta. E il ricordo
narro a mia figlia, per diletto:
«Un giorno
fu che tornavo di scuola. Il maestro
ci aveva fatta ad alta voce e come
allora usava, una lettura. Immagina
un bambino che va solo in America,
solo a trovare sua madre. E la trova
sì, ma morente. Che se appena un attimo
ritardava, era morta. Io non ti dico
come a casa giungessi. E quando, vinto
dai repressi singhiozzi, apro la porta
e volo incontro a mia madre, lei vedo
al tuo specchio seduta, nello specchio
il primo suo capello bianco.
Forse
- oggi lo so - forse non era solo
amore il forsennato, il doloroso
affetto che per lei sentivo. Forse
altra cosa era in me che sì alla vista
mi feriva di quel presagio mesto.
E piansi, stretto a lei piansi sì forte,
ch'ella dovette al fin sgridarmi.
Ed ecco
tu ridi adesso, e anch'io ne rido, o quasi,
ma non quel giorno, o quelli poi».
«Non rido,
babbo di te - mi risponde -; ma tanto
s'era a quei tempi, o eri tu solo tanto
stupido?»
E getta
le braccia intorno al mio collo e mi bacia,
e dallo specchio e da me s'allontana.