Nessun errore grammaticale: ho scritto proprio "coppie"... Sebbene non auguri a nessuno di vivere un rapporto di coppia paragonabile a un gelato o a un semifreddo... a meno che non si tratti di una relazione tra pinguini, che però nel loro rapporto freezer ci battono in fatto di monogamia e parità fra i sessi... Il fatto che il maschio si spupazzi l'uovo al posto della femmina la dice lunga!!!


Non menzioniamo qui i solitari, i single incorreggibili, che si accontentano del monogusto.

Ci sono persone (e sapori) che stanno bene con alte (altri gusti) a loro affini: la crema sta bene con il cioccolato, la panna, la vaniglia, il caffè...Dando origine a golosissimi duetti (o trii o quartetti, ma se si parla di "coppie" limitiamoci a due!!! e smettiamola tutti di pensare alle perversioni che ci possono essere venute in mente!) in cui alla fine non si sa da che parte assaggiare prima, non si capisce quale sapore predomina, quale si preferisce... proprio come avviene nei rapporti tra personalità forti, che si vorranno bene in maniera talvolta scorbutica e combattiva, ma non per questo meno scioglievolmente dolce!
La fragola si sposa col limone, la menta, il melone, ecc... Il risultato sarà forse una coppa (coppia) un po' "pallida"... ma come si fa a giudicare dall'esterno il sapore delle relazioni degli altri?
Non c'è un gusto più "buono" di un'altro o un abbinamento più consigliabile... è tutta questione di preferenze, di sapori, di personalità... E se Empedocle riteneva che "elementi simili si attraggono per simpatia", non è detto che questa sia sempre la soluzione migliore! Le regole della nouvelle cousine e della poesia avanguardista valgono anche per i rapporti di coppia: a volte i contrasti, gli accostamenti strambi, ossimori e antitesi rendono i matrimoni più interessanti e movimentati!

Allo stesso modo ci sono coppie che amano esibire la loro "dualità", che circondano la propria vita di begli oggetti, decorandola di perfezione più o meno sincera, e altre che invece si accontentano di vivere nella propria "coppetta", che vista da fuori può apparire insignificante, ma che suggerisce un senso di accoglienza, un modo di "gustare" la vita e gustrasi reciprocamente meno plateale, più genuino, intimo e puro. Siamo tutti liberi di scegliere se mangiare il nostro gelato e di vivere la nostra vita e il nostro amore attingendo avidamente dalla fonte (direttamenete dal cono, rifiutando la mediazioni di qualsiasi "manufatto"), con modestia, cautela e moderazione (poco alla volta, con il tradizionale cucchiaino di plastica colorata e trasparente), con ostentazione ed esagerazione (megacoppe e cucchiai dai lunghi manici d'argento).
Tutta questione di scelte, di gusti, di assortimenti, di modi di essere.
Adesso anche entrare in una gelateria diventerà un'operazione complessa e problematica?
Buoni gelati e buoni amori a tutti!