A tre anni piangevo perchè volevo la Luna. La vedevo lì, bella paffuta e lattescente in cielo, dal balcone della mia cameretta, e mi arrabbiavo perchè nessuno aveva costruito una scala abbastanza alta da permettermi di afferlarla... In fondo che ci voleva?!??! Mi sentivo piccola e impotente, e soprattutto inascoltata! Allungavo le mani verso quella palla luminosa che mi appariva tanto vicina; appena più in là delle mie dita... sarebbe bastato che qualcuno di prendesse in braccio e sarei siuscita a raggiungerla! Crescendo ho smesso di desiderare satelliti, ma ho continuato a "volere la luna",
coltivando un sano spirito di insoddisfazione stimolante che forse un
giorno mi ci condurrà davvero su quel pallone luminoso e un po' ammaccato... a
cercare il senno perduto come Astolfo per Orlando furioso... Nell'attesa
di compiere questo viaggio ultreterreno ho scoperto che ci sono mondi
altrettanto "esotici", fantastici, straordinari in cui villeggiare per un po', Lune legittimamente desiderabili e scale con un numero di pioli sufficienti da poterle raggiungere.
Ho imparato a leggere! Ho scoperto quegli oggetti sfaccettati, colorati fuori e spesso pallidi all'interno (come alcuni frutti di paesi lontani) che sono i libri; misteriose mappe di strade d'inchiostro in apparenza parallele, ma in realtà destinate a intrecciarsi, intersecarsi, avvilupparsi in meravigliosi arabeschi mentre le si percorre. E non c'è navigatore satellitare che tenga: bisogna perdersi, almeno un po'... distrarsi un attimo e "perdere laTrebisonda"... tanto in un mare di cellulosa non si annega... e nemmeno in un oceano di duemila pagine!
Ho iniziato a perdermi nei miei libri ("miei" perchè li ho resi tali, ma ciascuno ha il diritto di perdersi nei propri e di percorrere le proprie strade inchiostrate senza pestare i piedi agli altri lettori), e solo così ho iniziato a "trovarmi"... Non dico RI-trovarmi perchè nella beata ingenuità che precede l'età della lettura (quella definibile in greco "dell'alogon zoon", dell'"animale stolto" o "essere privo della parola") credo di non aver avuto nulla da "riscoprire" di me stessa, ma tutto da sondare, conoscere, indovinare e indagare con curiosità. Già, perchè in fondo mi sono sempre considerata una creatura un po' strana, come quegli animali che si vedono nei documentari (lì e solo lì perchè mai nella vita capiterà a nessuno che non sia un naturalista di trovarselo sotto il naso!) e che non si capisce bene se ci ispirino curiosità o perplessa simpatia; o come quegli strumenti che già dal nome si capisce che non sapremmo bene da che parte girarli o come maneggiarli... che so: "astrolabio" o "caleidoscopio"... Bho, alla fine uno rinuncia e li ficca in un cassetto mentale con il falso proposito di rispolverarli più in là.
E per fortuna che, pur avendo tutta questa confusione in testa, mi hanno chiamata "Chiara"; mi avessero dato nome "Teodolinda" sarei impazzita a sei anni!
Dunque i libri mi hanno piacevolmente confusa (perchè mi hanno introdotta alla conoscenza di me stessa... un gran caos!), abbagliata e affascinata: ho scoperto che non c'è solo la luna ma anche tantissime stelle e altrettanti pianeti sconosciuti, e mondi e personaggi, in continua crescita ed espansione, come l'universo... E che per quanto a lungo potremmo vivere e per quanto a lungo potremmo leggere prima che ci caschino gli occhi non riusciremmo mai ad esaurire tutto ciò che è stato scritto, sarà scritto, potrebbe o dovrebbe essere scritto (è una visione molto ottimista della capacità creativa dell'umanità, lo riconosco!).
Così ho cominciato a esplorare tanti piccoli- grandi mondi, ad abitare castelli (per aria, su roccia, di carta), a visitare città (visibili, invisibili, immaginarie, reali), a conoscere un sacco di gente interessante e a costruirmi una vita affollatissima!
Ma tutto è partito da una stanza (la stessa dalla quale vedevo la luna).
E forse tutto è iniziato con un libro, questo libro: "Matilde", un elogio all'intelligenza e alla curiosità infantile, una celebrazione della lettura come una delle esperienze più alte di crescita interiore, di appagamento, di auto-rassicurazione... e anche un po' di compensazione.
Ci sono tanti modi per rendersi "felici": compiere un viaggio, accarezzare un animale (ovvio, magari non una capra...penso piuttosto a un gatto morbito o a un coniglio cicciottello), intrecciare le dita attorno a una tazza di tè caldo (o caffè o cioccolata o latte, ecc ecc), mangiare un pasticcino, accoccolarsi sotto una coperta calda.... e perchè no: rifugiarsi in una biblioteca accogliente, meglio ancora se la bibliotecaria si chiama "signorina Felpa"! Basta dire il nome per sentirsi in pigiama e pantofole, pronti alle coccole!
Dunque GRAZIE "Matilde" per aver insegnato, a me e a tanti altri piccoli/futuri adulti, alcuni di questi momenti di gioia!
Dedicato a un libro geniale, rassicurante, intelligente e anche un po' commovente, che ha fatto germogliare in me il seme da cui è fiorita la lettrice di oggi... inestirpabile e inarrestabile come un'erbaccia! Un'erbaccia felice, con tanti piccoli mondi conservati l'uno accanto all'altro (e forse l'uno "nell'" altro) nel cuore, nella mente e nella libreria.
Beh questa pazza creatura è proprio mia moglie!!!!!!.......ma devo ammettere che è anche......... geniale.........Un bacio da.........tuo marito
RispondiEliminaBellissimo! Perditi tra i libri, segui la curiosità... e non dimenticarti di volere la Luna!
RispondiEliminaViVi