
Ho imparato a leggere! Ho scoperto quegli oggetti sfaccettati, colorati fuori e spesso pallidi all'interno (come alcuni frutti di paesi lontani) che sono i libri; misteriose mappe di strade d'inchiostro in apparenza parallele, ma in realtà destinate a intrecciarsi, intersecarsi, avvilupparsi in meravigliosi arabeschi mentre le si percorre. E non c'è navigatore satellitare che tenga: bisogna perdersi, almeno un po'... distrarsi un attimo e "perdere laTrebisonda"... tanto in un mare di cellulosa non si annega... e nemmeno in un oceano di duemila pagine!
Ho iniziato a perdermi nei miei libri ("miei" perchè li ho resi tali, ma ciascuno ha il diritto di perdersi nei propri e di percorrere le proprie strade inchiostrate senza pestare i piedi agli altri lettori), e solo così ho iniziato a "trovarmi"... Non dico RI-trovarmi perchè nella beata ingenuità che precede l'età della lettura (quella definibile in greco "dell'alogon zoon", dell'"animale stolto" o "essere privo della parola") credo di non aver avuto nulla da "riscoprire" di me stessa, ma tutto da sondare, conoscere, indovinare e indagare con curiosità. Già, perchè in fondo mi sono sempre considerata una creatura un po' strana, come quegli animali che si vedono nei documentari (lì e solo lì perchè mai nella vita capiterà a nessuno che non sia un naturalista di trovarselo sotto il naso!) e che non si capisce bene se ci ispirino curiosità o perplessa simpatia; o come quegli strumenti che già dal nome si capisce che non sapremmo bene da che parte girarli o come maneggiarli... che so: "astrolabio" o "caleidoscopio"... Bho, alla fine uno rinuncia e li ficca in un cassetto mentale con il falso proposito di rispolverarli più in là.
E per fortuna che, pur avendo tutta questa confusione in testa, mi hanno chiamata "Chiara"; mi avessero dato nome "Teodolinda" sarei impazzita a sei anni!

Così ho cominciato a esplorare tanti piccoli- grandi mondi, ad abitare castelli (per aria, su roccia, di carta), a visitare città (visibili, invisibili, immaginarie, reali), a conoscere un sacco di gente interessante e a costruirmi una vita affollatissima!
Ma tutto è partito da una stanza (la stessa dalla quale vedevo la luna).
E forse tutto è iniziato con un libro, questo libro: "Matilde", un elogio all'intelligenza e alla curiosità infantile, una celebrazione della lettura come una delle esperienze più alte di crescita interiore, di appagamento, di auto-rassicurazione... e anche un po' di compensazione.
Ci sono tanti modi per rendersi "felici": compiere un viaggio, accarezzare un animale (ovvio, magari non una capra...penso piuttosto a un gatto morbito o a un coniglio cicciottello), intrecciare le dita attorno a una tazza di tè caldo (o caffè o cioccolata o latte, ecc ecc), mangiare un pasticcino, accoccolarsi sotto una coperta calda.... e perchè no: rifugiarsi in una biblioteca accogliente, meglio ancora se la bibliotecaria si chiama "signorina Felpa"! Basta dire il nome per sentirsi in pigiama e pantofole, pronti alle coccole!
Dunque GRAZIE "Matilde" per aver insegnato, a me e a tanti altri piccoli/futuri adulti, alcuni di questi momenti di gioia!
Dedicato a un libro geniale, rassicurante, intelligente e anche un po' commovente, che ha fatto germogliare in me il seme da cui è fiorita la lettrice di oggi... inestirpabile e inarrestabile come un'erbaccia! Un'erbaccia felice, con tanti piccoli mondi conservati l'uno accanto all'altro (e forse l'uno "nell'" altro) nel cuore, nella mente e nella libreria.
Beh questa pazza creatura è proprio mia moglie!!!!!!.......ma devo ammettere che è anche......... geniale.........Un bacio da.........tuo marito
RispondiEliminaBellissimo! Perditi tra i libri, segui la curiosità... e non dimenticarti di volere la Luna!
RispondiEliminaViVi