venerdì 14 settembre 2012

Settembre indeciso

Settembre è il mese degli indecisi e delle indecisioni... Non è più estate ma ancora non è nemmeno autunno; un intervallo franco tra due stagioni, una troppo fiaccata dalla calura agostana per continuare a dominare il suo spazio di calendario, l'altra sorpresa come un frutto ancora acerbo cascato per sbaglio dall'albero. Nessuno si sente più in vacanza (i pochi che partono nel nono mese dell'anno "sanno" di essere dei privilegiati e se ne gloriano..."alle spalle di tutti quelli che devono riprendere il lavoro!") e gli studenti attendono con angoscia mista a noia l'inizio della scuola... ignari del fatto che i loro insegnanti sono molto più disperati di fronte a tale prospettiva!!!  
Ognuno cerca di elaborare il trauma del "rientro" a modo proprio e con ricercata disinvoltura: si ripongono maschere e boccagli, si tolgono le bustine di antitarme dalle tasche delle giacche (tanto per evitare la figuraccia di ritrovarsi in ufficio con un cartellino "Orfea" penzolante su un fianco!), si riprendono i contatti con gli amici (o si evitano fino a che il ricordo delle vacanze non sarà sfumato in un vago oblio, nella speranza di risparmiarsi la carrellata di foto e filmini di figli imbragati come palombari e pucciati in 20 cm d'acqua sulla costa adriatica...), si reimposta l'allarme della sveglia su un orario dignitoso... 6.30-7.00?
 
A tradire la vera indole dei personaggi che popolano la città di Milano nei primi giorni del "nuovo anno" sono però le scarpe e quello che si aggira nei 15-20 cm superiori...
Sì, non sono matta, nè ho un'attrazione fatale nei confronti dei piedi degli altri (nemmeno per i miei a dire il vero!)... Ma in metropolitana c'è poco da fare: che si legga un libro, si pensi a prati fioriti e pecorelle batuffolose, si sonnecchi con la testa cascante dal collo (e il rischio di dare una zuccata ora sulla spalla del vicino ora su un supporto di metallo), basta distrarsi un attimo perchè un occhio ci rotoli tra i piedi di qualcun altro. E allora si scoprono caratteri e temperamenti: c'è chi si mostra già rassegnato alle scarpe di vernice da ufficio, allacciatte strette strette fino in cima (non si sa mai che i piedi non vogliano scappare fuori e correre nudi a cercare la sabbia!), chi si ostina a sfoggiare infradito, unghie rosse e un'abbronzatura omogenea persino tra anulare e migliolo... e infine chi, indeciso, opta per un look intermedio... scarpetta di tela anonima, espadrillas poco impegnativa, ballerina saltellante... C'è l'impiegato che già sfodera il calzino a costine in filo si Scozia (che risale quatto quatto sotto i pantaloni fino ad altezza ginocchio), lo sportivo con la sua calzotta di spugna per tutte le stagioni, il "casual" che finge disinvoltura vestiaria e non si accorge che il fantasmino lampeggia in tutto il suo bianco candore dal mocassino estivo... la signora che ancora aborrisce i collant per sfruttare fino all'ultimo la sua depilazione perfetta (finchè dura va esibita!).  E poi ancora cavigliere, anelli alle dita dei piedi, finti tatuaggi all'henné fatti in spiaggia e ormai irriconoscibili nel loro disegno originario (e se non si sta attenti ci si ritrova a piegare la testa al contrario per capire di che si tratta, facendo strane smorfie interroggative mentre il proprietario della decorazione e del piede/caviglia ci guarda stupefatti indeciso se chiamare o meno la neuro...)... Quante cose dicono i piedi dei loro padroni e quanto sono lontani dalle orecchie per riuscire a sentire tutto!

L'indecisione sfocia nel vero e proprio attacco di panico di fronte alla bancarella del fruttivendolo
dalla quale occhieggiano ancora albicocche turgide, ciliegie sanguigne, angurie acquoree, pesche palpitanti, accanto a morbidi fichi e acini trasparenti... E allora perseverare nell'illusione suscitata dalle polpe colorate che ci ricordano le macedonie esotiche spiluzzicate in spiaggia, o arrendersi all'evidenza del fatto che ormai i meloni sanno di cetriolo, i manghi di cartone e le prugne di shampoo... E ripiegare su pere di marmo o mele spugnose? 


La moda si è già portata avanti; le politiche di marketing hanno deciso giàda un paio di mesi che è la stagione autunno-inverno, e mentre noi a casa stiamo ancora piegando i bikini e riponendo le pinne (che non si sa mai perchè prima avevano la loro collocazione ordianata in qualche luogo non più identificabile della casa, mentre ora stiamo progettando di abbandonarle sotto il letto non sapendo dove altro ficcarle!), nelle vetrine fanno capolino i primi pullover, giacconi da omino Michelin, animali deceduti trasformati in copricapi vichinghi, e altre primizie della fredda stagione...
Passeggiando per strada si incrociano ora T shirt, canotte e abitini succinti, ora golfini di cotone o lanetta, giacchette da vento, occhiali da sole, foulard, eccetera... cosicchè comunque ci siamo vestiti ci sentiamo sempre inadeguati. Perchè ormai il vecchio rilassante abbigliamento "a cipolla" non usa più... non ci si può buttare addosso tutto quello che viene in mente nella rilassante certezza di poterci liberare degli strati superiori per recuperarli al bisogno; occorre avere le idee ben chiare già alle 7.00 del mattino quando si apre il guardaroba (la scelta compiuta in quel momento ci condizionerà tutta la giornata: un errore può costarci caro condannandoci alla pelledoca o a 8- 10 ore di sauna). Ci vuole decisione, strategia e aggiornamento metereologico in tempo reale! Per sbagliare con convinzione!

Settembre è anche il mese delle ultime serate in cui si possono alzare gli occhi alla cupola notturna e scorgere ancora qualche stella miope, senza che uno spiffero gelido ci si infili tra collo e maglietta scivolandoci lungo il corpo fino alle ginocchia (tra un paio di mesi chi oserà sollevare il naso dal bavero peloso del cappotto correndo questo gravissimo rischio???); è il periodo dell'ultimo basilico, degli ultimi imbottigliamenti di salsa di pomodoro... Delle ultime notti senza piumino e dei primi brividi mattutini nell'aria frizzante e azzurrina.

Ci crogioliamo in questo intervallo senza tempo, a cavallo tra le stagioni, e apparentemente infinito... consapevoli che uno dei prossimi "domani" ci sveglieremo sotto una pioggia di foglie rubizze e alzando gli occhi vedremo le dita secche degli alberi che graffiano il cielo di piombo... 
E allora godiamoci l'indecisione, l'incertezza, l'attesa... dell'inizio o della fine, il senso della novità o l'attesa del ritorno a ciò che abbiamo lasciato in sospeso... Possiamo rinnovarci o ritrovarci, riconinciare da zero o da dove avevamo interrotto; in ogni caso sarà per tutti come il primo giorno di scuola, con quella trepidazione speziata d'ansia, quell'attesa inquieta e insensata, che dura fino a che non ci rendiamo conto che il mondo è rimasto ad attenderci a casa mentre eravamo altrove. E allora ci restano davanti 9 mesi per coccolarci nell'idea che ci sono infiniti "altrove" al di fuori di questo mondo, infiniti luoghi in cui potremmo e potremo essere, migliaia di viaggi, di ritorni, di sogni e tramonti ... e che, mentre qui arriva l'autunno, altrove si spalanca la primavera!   


2 commenti:

  1. Gli occhi parlano,
    le parole guardano,
    gli sguardi pensano.
    Ascoltare
    i pensieri,
    vedere
    ciò che diciamo,
    toccare
    il corpo dell'idea.
    Gli occhi
    si chiudono,
    le parole si aprono.

    (Octavio Paz)

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  2. LEONARDO SINISGALLI
    IMITAZIONE DELLA LUNA
    La luna sanguina alle corna, mite
    Settembre torna ai davanzali.
    Ai davanzali una voce balbetta:
    Luna, luna nova
    Chi ti cerca non ti trova
    Chi ti trova non ti aspetta.
    Luna mia alta dove
    È il gatto riverso che si spulcia?
    Io non lo cerco altrove, luna
    Amorosa. Bruciano
    Gli occhi al buio, brucia
    La tuberosa di settembre luna
    Sempre dolorosa.

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