"L'estate sta finendo,
un anno se ne va.
Sto diventando grande,
lo sai che non mi va..."
cantava nel 1985 Righeira...
Eh sì! L'estate sta proprio finendo: i temporali preludono all'autunno, il vento rende l'aria del mattino frizzante e noi meno pigri... il pesto è nel freezer e l'ultimo basilico ha ricevuto l'estrema unzione (per solidarietà anche l'orchidea ha tentato il suicidio...).
Milano ingrigisce, recupera il suo argenteo colore di città intellettuale; i poeti si nascondono dietro agli occhi chiusi dei palazzi, i lavoratori delle diciassette si affrettano a casa per ritirare i panni stesi e i loro sogni prima che si bagnino...
Gli zaini nuovi, le matite colorate, i diari lucidi e plasticosi si esibiscono nelle vetrine dei cartolai, gioia dei piccoli, disperazione dei meno piccoli per il nuovo anno scolastico... dicono "Comprami! Scegli me! Portami a casa!", anche a me che ormai non sono più giustificata a usare questi strumenti... "Non ho l'età..." (questa volta a cantare, risalendo più indietro ancora, al 1964, è Gigliola Cinquetti)...
Non ho più l'età ma sono affascinata questi oggetti che si impegnano a colorare le giornate scolastiche, a trasformarsi in oggetti piacevoli, occultando il motivo per il quale sono stati creati. Come cuccioli in un negozio di animali, libri e quaderni saltellano per mettersi in mostra dietro i vetri illuminati dal neon... e il povero cartolaio si danna per tenerli buoni e ricondurli all'ordine come soldatini... mentre il viandante, anche quello "disinteressato", non più studente, ormai "adulto", si aspetta quasi di vederli mettersi a litigare e strapparsi le pagine a vicenda, rotolarsi sugli scaffali e ruzzulare giù con i fogli spiegazzati in molteplici "orecchie".

Anche l'acquirente improbabile sente riemergere in sè lo scolaro di un tempo, l'alunno di 10, 20, 30 o più anno fa, e rimane affascinato, con gli occhi spalancati davanti a quegli oggetti "luccicosi", giochi coscienziosi, che gli riportano alla mente tanta prima- cultura, semplice-fatica, piccola-montagna... e la voglia di spiaccicare il naso sulla vetrina è tanto forte (almeno quanto quella che avverte durante il periodo natalizio di fronte alle vetrine di addobbi, palline, luci e giocattoli!) che resistere lo costringe a uno sforzo tremendo.... saltare con un solo balzo i molteplici (più o meno numerosi ma sempre in salita) scalini- anni che lo separano dalla sua età "elementare"... e ad allontanarsi trascinato coi denti dalla sua "adultaggine".
Milano ingrigisce, recupera il suo argenteo colore di città intellettuale; i poeti si nascondono dietro agli occhi chiusi dei palazzi, i lavoratori delle diciassette si affrettano a casa per ritirare i panni stesi e i loro sogni prima che si bagnino...
Gli zaini nuovi, le matite colorate, i diari lucidi e plasticosi si esibiscono nelle vetrine dei cartolai, gioia dei piccoli, disperazione dei meno piccoli per il nuovo anno scolastico... dicono "Comprami! Scegli me! Portami a casa!", anche a me che ormai non sono più giustificata a usare questi strumenti... "Non ho l'età..." (questa volta a cantare, risalendo più indietro ancora, al 1964, è Gigliola Cinquetti)...

Anche l'acquirente improbabile sente riemergere in sè lo scolaro di un tempo, l'alunno di 10, 20, 30 o più anno fa, e rimane affascinato, con gli occhi spalancati davanti a quegli oggetti "luccicosi", giochi coscienziosi, che gli riportano alla mente tanta prima- cultura, semplice-fatica, piccola-montagna... e la voglia di spiaccicare il naso sulla vetrina è tanto forte (almeno quanto quella che avverte durante il periodo natalizio di fronte alle vetrine di addobbi, palline, luci e giocattoli!) che resistere lo costringe a uno sforzo tremendo.... saltare con un solo balzo i molteplici (più o meno numerosi ma sempre in salita) scalini- anni che lo separano dalla sua età "elementare"... e ad allontanarsi trascinato coi denti dalla sua "adultaggine".


Basta poco per ritrovarsi bambini e sentirsi un po' felici.
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